Il concerto di Lauryn Hill a Uj '19 (foto F.Troccoli)

di D.B.

Riceverà molto probabilmente un via libera bipartisan la mozione, presentata lunedì a Perugia dalla consigliera comunale Cristiana Casaioli, con cui si dice un no netto all’ipotesi di una Umbria jazz ‘itinerante’, ventilata in una mozione approvata giorni fa in consiglio regionale. «Ritenendo tale circostanza inaccettabile – dice la consigliera di Progetto Perugia – abbiamo inteso presentare questa mozione con cui si chiede all’Amministrazione di ribadire l’opportunità che la rassegna mantenga il format attuale, concentrato nella città di Perugia. Ciò in quanto Umbria Jazz è nata qui ed è parte dell’identità della città. Peraltro spostare i vari eventi altrove significherebbe sia snaturare la manifestazione con conseguente riduzione delle presenze, sia determinare una crescita esponenziale dei costi di organizzazione». A dirsi favorevole alla mozione, che sarà discussa durante la prossima seduta dell’assemblea cittadina, sono stati sia il presidente del consiglio comunale Nilo Arcudi che Giuliano Giubilei, il quale ha annunciato il voto favorevole di tutto il centrosinistra auspicando la trasformazione dell’atto in documento dell’intero consiglio.

«JAZZ IN AUGUST», NUOVE MISURE DI SICUREZZA

L’emendamento A Palazzo Cesaroni, l’emendamento finito al centro delle polemiche è stato presentato dal capogruppo del M5s, il ternano Thomas De Luca, nell’ambito della discussione su una mozione della Lega con cui si chiede una generica valorizzazione della Fondazione Umbria jazz. Con l’emendamento, approvato all’unanimità dall’assemblea a testimonianza di come spesso più che le appartenenze politiche a contare sono quelle territoriali, si chiede di intraprendere un «discorso con la direzione artistica per una valorizzazione della manifestazione, ferma restando la centralità degli eventi che si sviluppano intorno al capoluogo di Regione e i due Festival di Terni e Orvieto, valutando la possibilità di realizzare performance itineranti e diffuse sul territorio regionale». Contro la proposta si sono espressi in modo duro sia il direttore artistico del festival Carlo Pagnotta che l’assessore comunale alla Cultura Leonardo Varasano oltre che il neo presidente di UJ Gianluca Laurenzi.

M5s Terni presenta un atto A tornare sul tema martedì è stato il capogruppo del M5s nel consiglio comunale di Terni Federico Pasculli, che ha presentato un atto affinché «il Comune di Terni apra interlocuzioni con la Fondazione Umbria jazz e la Regione per dare seguito a questo progetto ambizioso. A Terni purtroppo tutto tace probabilmente per colpa delle solite logiche di partito, mentre nel capoluogo umbro il consiglio comunale sta già salendo sugli scudi per rivendicare l’esclusività di un festival che deve rimanere così com’è». Nei giorni scorsi a intervenire era stato anche l’assessore comunale alla Cultura Andrea Giuli, che ha parlato di possibili «soluzioni dignitose» per Terni senza alimentare divisioni.

Perugia reagisce E così mentre Pasculli auspica che si apra almeno un dibattito, a Perugia martedì tutti i capigruppo in consiglio comunale hanno ribadito che appoggeranno la mozione e che gli eventi «fanno parte dell’identità di una città, della sua storia e della sua cultura. Tanti eventi sono tali perché sono di un luogo specifico, anche se poi riescono a essere motore turistico di un territorio molto più ampio, se non di tutta una regione. Ogni città uscirebbe ridimensionata se le venisse sottratto un elemento identitario così forte come quello che la manifestazione musicale ha costruito in simbiosi con le piazze, le vie ed i monumenti di Perugia fin dagli anni ’70». I capigruppo sottolineano, oltre alla possibile moltiplicazione dei costi, che UJ è «uno dei principali attrattori turistici» della regione e che i benefici ricadono in tutto il territorio.

Twitter @DanieleBovi

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