La festa di Ruggiano in piazza (foto U24)

di Daniele Bovi

Una sfida voto a voto, o almeno così se ne parla in casa del centrosinistra. Da questa mattina alle 7 a Todi si sono aperte le urne per il ballottaggio che vede contrapposti il sindaco uscente Carlo Rossini e lo sfidante Antonino Ruggiano; un match a parti invertite rispetto a cinque anni fa, quando era Ruggiano il primo cittadino uscente e Rossini lo sfidante in una città, Todi, che rappresenterà politicamente l’ago della bilancia di questa tornata amministrativa: dal risultato infatti dipenderanno i bilanci dei rispettivi schieramenti. In politica, è bene ricordarlo, uno più uno fa rarissimamente due e quindi i risultati del primo turno, così come gli apparentamenti e i relativi pacchetti di voti che si portano dietro, vanno presi davvero con le pinze. Carlo Rossini riparte dal 39,83 per cento mentre Ruggiano dal 24,02 per cento; accanto all’ex sindaco di centrodestra si sono schierati Adriano Ruspolini (Lega) col suo 9,04 per cento e Andrea Nulli di Casapound con il 4,81 per cento.

I RISULTATI DEL PRIMO TURNO E LE REAZIONI

Apparentamenti Dall’altra parte non è certamente un mistero che un bel pezzo dell’elettorato di Floriano Pizzichini, appoggiato da tre liste civiche, opterà per Rossini; in particolare gli occhi vanno puntati su «Todi cambia», la formazione a trazione socialista nata dopo le tensioni scoppiate nel partito. Le altre due a sostegno di Pizzichini invece, ovvero «Movimento civico Todi» e «Progetto Todi», sono state al centro del tentativo di apparentamento portato avanti, senza successo, da Ruggiano. Insomma, l’elettorato che ha appoggiato la corsa di Pizzichini sarà uno degli elementi più importanti della partita. In libera uscita invece i 627 voti andati al Movimento 5 stelle, difficilissimi da indirizzare da una parte come dall’altra; tanto per dare un’idea nel 2012 a separare Rossini da Ruggiano furono 467 preferenze. L’altro elemento centrale, intorno al quale i due contendenti si sono spesi in questi giorni, è quello dell’astensione.

Le incognite Quante persone torneranno a votare in una giornata che invita più ad andare al mare che a rimanere in città? Due settimane fa alle urne è andato il 68,39 per cento degli aventi diritto, che sono in totale 13.493, mentre cinque anni fa la percentuale fu del 73,8 per cento; un’affluenza sostanzialmente identica si registrò due settimane più tardi, quando ai seggi andò il 72,9 per cento. Una città che all’epoca, dunque, tornò compattamente al voto. «Siamo consapevoli – spiega la coalizione di centrosinistra nel suo appello al voto – che c’è ancora molto da fare, ma siamo convinti che il lavoro fatto in questi anni con passione e responsabilità sia la migliore garanzia per il futuro e per continuare il percorso di crescita iniziato. Oggi vi chiediamo di dare a tutti noi e a Carlo Rossini la possibilità di proseguire l’esperienza amministrativa per garantire nuove opportunità alla città. Per Todi. Per tutti». La coalizione parla di una «campagna elettorale positiva», fatta con «stile pacato e con uno spirito costruttivo», parlando «del lavoro fatto, i progetti in corso già finanziati, quelli impostati per il futuro, la nostra idea di città». Una comunità, quella di Todi, «che ha bisogno di essere unita».

Il bene vince sempre Chiudendo la sua di campagna elettorale invece Ruggiano ha usato un po’ i toni del Silvio Berlusconi d’antan: «Credo moltissimo – ha detto – che i messaggi positivi alla fine vincano; il bene vince sempre, chi ragiona correttamente, chi mette in campo buoni sentimenti, chi non approfitta della cosa pubblica, chi impegna se stesso e le proprie energie per il bene pubblico alla fine vince. Non è tutto uno schifo e non è tutto uguale. Non smettiamo di sognare, non ci può fermare nessuna corrente». Ruggiano ha ringraziato i partiti che lo hanno sostenuto e chiuso la tenzone a destra («il mio avversario – ha detto – è a sinistra»), ricordando «il discorso di bellezza e amore fatto in questi mesi, durante una campagna elettorale pieni di sentimenti buoni e positivi». Settimane «passate parlando di cose concrete, perché noi ci occupiamo di chi ha meno. Quello che abbiamo davanti è un momento storico: cerchiamo di convincere le persone, una a una». Poi una chiusura sull’accusa, arrivata da sinistra, di essere un’accozzaglia: «In caso – ha detto Ruggiano – siamo la più bella di tutti».

Esiti incerti Incerto il ballottaggio di Todi lo è anche secondo l’Istituto Cattaneo, che nelle scorse ore ha pubblicato un’analisi secondo la quale «all’incirca i due terzi dei ballottaggi di domenica si collocano in una situazione intermedia di incertezza riguardo all’esito del voto». L’analisi si basa su due fattori: il primo è rappresentato dalla percentuale di voti raccolti dal candidato più votato nel primo turno. Chi si è avvicinato maggiormente alla soglia del 50 per cento è più probabile che riesca a superarla anche nel ballottaggio. Il secondo è dato dalla differenza tra i due candidati: minore sarà lo scarto, più alta sarà la probabilità di assistere a competizioni dall’esito imprevedibile, concentrate soprattutto nelle ormai ex regioni rosse, mentre quelle più «scontate» si ritrovano nei comuni del Nord-ovest e del Nord-est». In particolare nelle ex rosse «il progressivo indebolimento del principale partito di centrosinistra» dà ai ballottaggi un’ulteriore grado di incertezza. E, spiega l’Istituto Cattaneo, «il combinato disposto rappresentato dalla riduzione dei consensi al principale partito del centrosinistra e dal meccanismo del ballottaggio (che tende ad aggregare le preferenze degli sconfitti in opposizione al partito tradizionalmente egemone) potrebbe intaccare, o ridurre significativamente, il dominio dello schieramento di centrosinistra» in quelle aree.

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