Da sinistra Frascarelli, Bececco, Profili e Settimi

di Chia.Fa.

«Le relazioni della Reluis sono superficiali, richiedendo esplicitamente ulteriori controlli tecnici, mentre l’ipotesi di costruire appartamenti al posto della Dante Alighieri fu portata all’attenzione della giunta da Angelo Loretoni, che ora come allora era assessore ai lavori pubblici». Così lunedì mattina la consigliera Maria Elena Bececco nell’ambito della conferenza stampa dei gruppi di opposizione Spoleto popolare e Alleanza civica sul caso dell’addio al polo scolastico di San Paolo deciso dal sindaco Umberto De Augustinis, che ha archiviato la delocalizzazione della scuola media Alighieri e quella per l’infanzia Prato fiorito (entrambe con inagibilità di tipo E) in favore della ricostruzione in loco. L’operazione si è per ora tradotta nel definanziamento dell’opera da oltre 10 milioni, senza la riassegnazione dei fondi per ricostruire le due scuole nelle loro sedi originarie e pure nella richiesta di rifondere 300 mila euro circa di costi di progettazione spesi invano per il polo di San Paolo: «Valuteremo l’esposto alla Corte dei Conti (per danno erariale, ndr) – dice il consigliere Gianmarco Profili – non appena Farabollini formalizzerà la richiesta economica all’ente».

Bececco, Profili, Ilaria Frascarelli e Roberto Settimi contestualizzano la decisione del gennaio 2017 in favore del polo di San Paolo, ricordando che «il 2 gennaio c’era stato l’ennesimo terremoto con epicentro Azzano e i genitori erano nel panico per la sicurezza delle scuole, per cui fu colta l’opportunità di finanziare la costruzione di due nuove scuole completamente antisismiche con la prima ordinanza post sisma, anche considerando che avrebbero dovuto essere pronte in cento giorni». Da qui le relazioni della Reluis (rete laboratori universitari di ingegneria sismica) commissionate nel dicembre 2016 dal commissario Vasco Errani e su cui De Augustinis incardina l’addio al polo scolastico, sostenendo che il «progetto di San Paolo è viziato da una valutazione tecnica errata», rilevando danni più lievi dell’inagiblit di tipo E delle Aedes tuttora valida. Sul punto Bececco e gli altri evidenziano, però, come nelle conclusioni del documento relativo alla Dante viene indicata la necessità di «un robusto sopralluogo, con indagini anche parzialmente distruttive per individuare le cause di grande deformabilità dei solai» che non sono mai state eseguite per completare la diagnosi della scuola. Sulla «confusione rispetto alla classificazione come danno strutturale del danno ai tramezzi e alle tamponature» rilevata dai tecnici Reluis, Bececco e gli altri mostrano come sia proprio il modello di scheda Aedes, «uguali per tutto il Centro Italia, a prevedere l’inserimento di tamponature e tramezzi tra le componenti strutturali e questo sempre perché si era nel pieno di una sequenza sismica».

Stesso discorso per Prato fiorito, su cui attaccano duro Settimi e Frascarelli ricordando che «nel 2009 la giunta Benedetti commissionò sull’asilo la verifica di vulnerabilità sismica, con risultato 0,25 e la previsione di 2,5 milioni di lavori per gli interventi di adeguamento sismico». Nel mirino anche le conclusione dei tecnici della Reluis che sull’asilo stimavano 40 giorni di lavori scrivendo anche che «naturalmente non sono stati fatti calcoli esatti circa l’innalzamento della resistenza sismica dell’edificio ma è opinione degli scriventi che l’intervento migliorerebbe notevolmente il comportamento della struttura, se non addirittura raggiungendo le richieste da normativa per l’adeguamento di strutture previste per l’area di Spoleto». Quindi il caso dei 42 appartamenti su cui De Augustinis e l’assessore Francesco Flavoni hanno sollevato ombre: «L’ipotesi venne portata all’attenzione della giunta da Loretoni, che aveva preso contatti con un fondo della Cassa depositi prestiti interessato all’intervento, che però non andò mai oltre le interlocuzioni, perché – dice Bececco – dopo la morte di Cardarelli proponemmo alla Provincia di costruire nell’area della Dante Alighieri il liceo scientifico e il liceo di scienze umane, ma senza successo per la presenza dell’area di frana e alla Provincia non bastò neanche lo stanziamento dei fondi per la mitigazione del rischio idrogeologico: ci dissero formalmente che lì non avrebbero costruito scuole». Quindi l’attacco politico coi quattro di opposizione che si dicono «stanchi delle illazioni e delle insinuazioni continue di De Augustinis che accusa senza dettagliare e provoca danni significativi, non solo alla ricostruzione di Dante e Prato fiorito a tre anni dal sisma senza fondi, ma anche ad altri progetti, come la pedalata sull’ex ferrovia, il completamento del Palatenda e la nuova caserma dei vigili del fuoco».

@chilodice

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