Quattro i contratti sottoscritti con Intesa San Paolo, per tutto il 2022 differenziale negativo di oltre un milione
di Daniele Bovi
Il Comune di Perugia dovrà restituire a Banca Intesa San Paolo oltre mezzo milione di euro per una serie di contratti derivati che l’amministrazione, nel lontano 2006, aveva sottoscritto con l’istituto bancario. La decisione è contenuta in una determina dirigenziale di Palazzo dei Priori e si riferisce però solo al primo semestre dell’anno durante il quale, come si spiega nelle 17 pagine della nota informativa allegata al bilancio di previsione 2022-2024, è atteso un flusso di casa negativo pari a 1,046 milioni di euro. I contratti furono sottoscritti quando il sindaco della città era Renato Locchi e assessore al Bilancio Marco Vincio Guasticchi.
Il meccanismo La cifra da versare a Intesa, per il primo semestre, è par a 517.664 euro e 52 centesimi. In tutto il Comune ha sottoscritto quattro derivati con l’istituto bancario (e un quinto con Dexia Crediop), operazioni che «prevedono, come sottostante, indebitamento a tasso variabile e consistono – è detto nella nota informativa – in uno scambio di quote capitale e di tassi d’interesse». In estrema sintesi il derivato, sottoscritto da tantissimi Comuni per coprirsi dai rischi relativi ai finanziamenti, è agganciato al tasso Euribor 6 mesi: a seconda del valore, il Comune paga o riceve somme a San Paolo.
Il conto «La restituzione di quote capitale nette, incassate nei primi anni, e la discesa dei tassi d’interesse, avvenuta negli ultimi anni – prosegue la nota informativa – comporteranno per l’Ente la futura corresponsione di differenziali negativi». In particolare, oltre alla cifra da sborsare quest’anno per il 2023 il differenziale negativo atteso è pari a 1,016 milioni di euro mentre per il 2024 di 811 mila euro.