L'aula del Consiglio regionale

A una settimana dalla prima riunione, le opposizioni in consiglio regionale chiedono «la convocazione tempestiva, anche prima della prossima seduta dell’Assemblea legislativa», del tavolo di confronto con giunta e maggioranza per discutere di come gestire l’emergenza sanitaria. Pd, M5S, Patto civico per l’Umbria e gruppo Misto ricordando la presentazione delle dieci proposte, fatta una settimana fa, spiegano che «non ci sia stato fornito alcun riscontro nel merito»; il pacchetto era volto a «correggere gli errori, recuperare il tempo perduto, fornire spunti di riflessione ed idee e per guardare avanti insieme, con maggior incisività e determinazione».

Le proposte «Peraltro – proseguono – alcune delle scelte compiute in questi ultimi giorni, stanno andando nella direzione opposta rispetto a quella da noi auspicata come nel caso del modulo di rianimazione allestito nelle Marche, a cui è seguita la richiesta avanzata al commissario Arcuri di destinare personale e ventilatori a quello scopo, a dimostrazione di quanto siano ancora lontane le nostre posizioni». Sempre rimanendo in materia di proposte, martedì il capogruppo dem Tommaso Bori ha annunciato la presentazione di una interrogazione in cui sottolinea che «il medico veterinario come professionalità strategica per combattere la pandemia attraverso il contact tracing». Per Bori «questo figura va inserita nei bandi regionali e va anche considerata al tavolo di crisi regionale, in quanto portatore di esperienza nella gestione delle epidemie».

I prezzi dei test A tenere banco in modo trasversale intanto è il tema del prezzo di test antigenici rapidi e tamponi. In consiglio regionale la dem Donatella Porzi ha presentato una mozione in cui chiede alla giunta di «sottoscrivere un accordo con le farmacie convenzionate della regione per effettuare il tampone rapido a non più di 20 euro». Secondo i numeri forniti da Federfarma, per quanto riguarda studenti e famigliari di questi ultimi sono stati fatti oltre 7 mila test rapidi. Porzi chiede all’esecutivo di seguire l’esempio del Lazio: «Dobbiamo sfruttare le farmacie che in questa delicata fase pandemica possono rappresentare un servizio irrinunciabile di supporto alla medicina del territorio». «Anche in vista della ripresa delle attività scolastiche in presenza e della conseguente ripresa dei trasporti pubblici – dice ancora – i cittadini umbri devono avere la possibilità di poter effettuare, in caso di necessità, il tampone rapido presso la propria farmacia di fiducia».

I 37 LABORATORI UMBRI IN CUI POTER FARE I TEST ANTIGENICI

La mozione A Perugia poi in consiglio comunale lunedì è stata approvata con 22 sì e 8 astenuti la mozione del forzista Michele Cesaro con cui si chiede all’amministrazione «di attivare la verifica dei costi dei tamponi molecolari nelle strutture private e interloquire con la Regione affinché si possano individuare azioni atte al contenimento dei suddetti costi per le famiglie». Proprio negli ultimi giorni la Regione ha pubblicato l’elenco dei 37 laboratori privati umbri in cui si possono fare anche i test antigenici: «Attualmente – dice Cesaro – il costo in Umbria per i tamponi oro o rinofaringeo variano tra gli 85 e i 120 euro, ma da una indagine condotta grazie a professionisti che operano nel settore, i costi vivi per l’effettuazione di un tampone molecolare (reagenti, materiali di consumo e ammortamento tecnologie) si aggirano intorno ai 25 euro, ai quali devono aggiungersi i costi del personale e quelli della logistica, rendendo così remunerativo il test a partire dai 50-60 euro mantenendo uno standard qualitativo elevato».

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