Giampaolo Conti

di Daniele Bovi

Prosegue con Giampaolo Conti, candidato sindaco del M5s a Umbertide, la serie di interviste che Umbria24 dedicherà nei prossimi giorni ai candidati di Terni, Spoleto, Corciano, Passignano e Umbertide, che andranno al voto insieme a Monte Santa Maria Tiberina, Cannara e Trevi. A Umbertide Conti dovrà vedersela con l’ex sindaco dem Marco Locchi (ora con Umbertide partecipa), Paola Avorio per il Pd, Mauro Alunni per LeU, Gianni Codovini per Umbertide cambia e Luca Carizia per il centrodestra.

LA GUIDA COMPLETA AL VOTO

In caso di vittoria, quali ritiene siano le tre misure più urgenti da varare?

«Fare chiarezza e risolvere quello che un’amministrazione inadeguata ha fatto diventare un problema per la nostra città, il centro culturale islamico/moschea. Quella del bilancio è un’altra questione da risolvere con urgenza: fare chiarezza, esaminare ogni singolo articolo di ciascun capitolo per potere poi trovare i margini di manovra tali da portare fin da subito sensibili miglioramenti a una situazione che è preoccupante. La terza questione è quella della sicurezza dei cittadini, messa in pericolo da ricorrenti episodi di criminalità e da persistenti abusi nei confronti dell’ambiente con gravi possibili ricadute sulla salute dei cittadini».

Pensa possano esserci margini per tagliare tasse e tariffe? Se sì,in quale misura?

«Assolutamente sì, la Tari ad esempio. Con l’adozione della tariffa puntuale si paga sulla base di quanto rifiuto indifferenziato viene prodotto, con effetti dunque immediati per tutta la collettività, sia cittadini che imprese. Difficile in questo momento stabilire la misura, che dovrà essere contemperata nei dovuti raffronti con gli equilibri di bilancio».

Come pensa di gestire il dossier relativo alla costruzione del nuovo centro islamico?

«La nostra è una posizione ben nota fin dall’inizio della tornata elettorale e subito da noi approfondita e ragionata. Dai dati in nostro possesso, ottenuti con accesso agli atti dagli ex consiglieri Pigliapoco e Venti nel corso della precedente legislatura, inopinatamente interrotta dalla sciagurata alleanza di Pd e Umbertide Cambia, si può configurare il ricorso all’istituto dell’autotutela così come configurato dalla legge 124/2015 che, ragionevolmente, può condurre al blocco del cantiere. Naturalmente, una volta al governo della città avremo un quadro più completo della situazione con l’esame dell’intera pratica. Restano comunque due dubbi da fugare da parte di chi fino ad oggi ci ha governato (e da parte di chi, complice, ha sempre retto il gioco): perché la moschea ad Umbertide e perché così grande?».

La sicurezza, anche quella percepita, è uno dei problemi più sentiti dai cittadini. Coi mezzi che avrà a disposizione come sindaco, cosa intende concretamente fare?

«La sicurezza è un bene per la comunità e la convivenza civile, deve essere perseguita da tutti i cittadini, i quali possono contribuire fattivamente, basta solo fornire a essi gli strumenti necessari. L’interazione con la polizia locale e le forze dell’ordine è fondamentale. Il controllo del territorio, rendendo presenti e visibili le forze dell’ordine, è anche un deterrente nonché stimolo per i cittadini a contribuire a una maggiore sicurezza. L’impegno dell’amministrazione sarà quello di garantire un’attenzione specifica a questo tema sollecitando in maniera costante i diversi organi di controllo. Quindi intendiamo incrementare la presenza della polizia municipale sul territorio comunale; polizia che dovrà essere trasformata da corpo di polizia locale in corpo di agenti di pubblica sicurezza e per questo armata; implementare la presenza di telecamere sul territorio per monitorare le vie di accesso alla città e luoghi sensibili e pubblici (parchi, stadi, palazzetti, luoghi di culto) e potenziare l’illuminazione; infine adesione al progetto “Zona controllo del vicinato”».

Come intende affrontare i problemi ambientali che riguardano l’area di Calzolaro?

«Proseguendo sulla strada tracciata già nella passata legislatura, quando fin da subito abbiamo affrontato questa questione cercando di risolvere una situazione difficile per questa realtà. Non è tollerabile che ci sia a ridosso del paese un’azienda che può trattare fino a 50 mila tonnellate di rifiutiI cittadini di Calzolaro, così come i cittadini di qualsiasi altra parte del territorio comunale, devono poter vivere senza respirare cattivi odori, senza avere il timore di veder svalutate le proprie proprietà e attività; avere insomma una vita dignitosa e sapere di poter contare su un’amministrazione che sappia tutelarli. Questo deve essere lo scopo di ogni amministrazione: essere attenta alle esigenze dei propri cittadini. Per noi comunque l’unica soluzione resta la delocalizzazione dell’azienda».

Quale ritiene sia la soluzione migliore per quanto riguarda l’area dell’ex manifattura dei tabacchi?

«L’ex tabacchificio sarà sede di un centro stabile per il coworking costituito da postazioni dotate di connessione a internet veloce; introduciamo così uno stile lavorativo che prevede la costituzione di un ambiente di lavoro destinato a professionisti che lavorano a casa, giornalisti, liberi professionisti, agenti di commercio, giovani in cerca di prima occupazione, neoimprenditori alle prime armi e a tutti coloro che affiancano l’attività svolta a un altro lavoro. Il coworking in una realtà come la nostra sicuramente può svolgere la funzione di acceleratore d’affari, centro d’affari, di sviluppatore di sinergie. Inoltre le associazioni dilettantistiche del territorio possono trovare in tale ambito dei loro spazi dando compiutezza alla cittadella dello sport tanto invocata. La struttura sarà inoltre sede di un centro di formazione permanente a disposizione dei centri servizi delle associazioni datoriali e di categoria di industria, artigianato, commercio, agricoltura. Inoltre in considerazione della logistica dell’impianto essa, giocoforza, dovrà essere messa a disposizione delle aziende della zona industriale per convention meeting promozioni. Le spese sostenute per il mantenimento saranno imputate come sostegno e forme incentivanti dell’occupazione o sgravi di costi per le aziende».

Twitter @DanieleBovi

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