Una studentessa davanti a Dalì

di Francesca Torricelli

Dalì sarebbe entusiasta. Dall’inaugurazione della mostra ‘La Divina Commedia di Salvador Dalì’ ad oggi, sono state circa 3.200 le persone – alle quali vanno aggiunte le centinaia di studenti delle scuole della regione – che si sono lasciate affascinare dalle tavole dell’artista esposte a palazzo Primavera. Gli organizzatori si dichiarano «molto soddisfatti della risposta del pubblico e degli studenti, siamo molto fiduciosi anche per i prossimi giorni, fino al 3 marzo abbiamo l’opportunità di fare grandi numeri».

Le scuole Tante le scuole che hanno già avuto il piacere di visitare la mostra. L’istituto industriale Allevi, l’istituto comprensivo De Filis e alcuni licei di Montecastrilli, Orvieto e Foligno. In più, gli studenti della facoltà di Scienze politiche e i ragazzi del centro Il Girasole. In programma, invece, ci sono ancora i licei, classico e scientifico di Terni, l’istituto magistrale, le scuole Teofoli, Aldo Moro e Oberdan e alcune classi delle scuole di Narni e di Amelia.

Il concorso In parallelo alla mostra sta riscuotendo grande successo il concorso di recitazione della Divina Commedia, per il quale sono ancora aperte le iscrizioni. A inaugurare la competizione è stato Davide Guerrieri, studente al terzo anno dell’Itc Scarpellini di Foligno, grande appassionato di Dante: alla sua prima audizione, ha avuto tutto il sostegno dei compagni, delle insegnanti e della preside dell’istituto, che ha appoggiato molto l’iniziativa. Nei prossimi giorni la giuria, coordinata da Sara Costanzi, si riunirà nuovamente per ascoltare i circa trenta concorrenti provenienti da otto scuole di Terni, Narni e Foligno: tre licei, due istituti tecnici e tre scuole medie inferiori.

Il malinteso E pensare che la mostra aveva rischiato di dover chiudere i battenti quasi subito dopo essere stata inaugurata inaugurata, il 18 gennaio scorso, perché l’assessore al turismo, Roberto Fabrini, si era semplicemente dimenticato di comunicare che, lui, aveva promesso, quegli stessi spazi, per un’altra mostra. Poi, però e per fortuna, il problema sembra risolto.

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