Il concerto-intervista alla Stranieri

E’ stato presentato all’università per stranieri di Perugia l’ultima fatica di Maurizio Mastrini, dal titolo «Essential». Arrivato a circa un anno di distanza dall’uscita di «Fly», la cui distribuzione discografica è ancora attiva, questo lavoro è una evoluzione musicale della produzione compositiva del «pianista scalzo», una sorta di variazione sul tema, che vede sovrapporsi alle sonorità pianistiche quelle di un orchestra d’archi. Intervistato dal giornalista Alessandro Vergallo, il maestro ha suonato i brani del nuovo  disco.

Il disco Il titolo «Essential» è un po’ l’emblema della ricerca interiore a cui il Maestro ha abituato i suoi fan, che vede l’essenziale, frutto di emozioni a tutto tondo, con una variante importante, il suono pianistico sarà un vero e proprio intreccio sonoro con gli archi, grazie a un lavoro curato dal Maestro Flavio Emilio Scogna, prestigioso direttore d’orchestra italiano, fresco vincitore del premio «De Sica».

L’essenziale di Mastrini Il disco, una sorta di «the best» della produzione artistica di Mastrini, vede la rilettura dei brani più significativi e l’inserimento nel disco di due brani inediti.Tra questi «Tango Clandestino» diventato ormai il brano di Papa Francesco, in assoluto la prima dedica che un artista ha donato al Pontefice. «Proprio la sera della sua elezione – racconta Mastrini – quegli occhi un po’ spaventati ma pieni di speranza mi hanno ispirato nella scrittura del brano. In questa versione acquista notevole dinamismo con sonorità che si avvicinano ancora di più il carattere alla «Piazzolla». Per il lancio del nuovo disco abbiamo prodotto un video clip la cui regia è stata curata da Andrea Maffei e vede protagonisti due maestri di tango argentino Giovanna Arigliani e Roberto Russo».

Il pianista è… Ma c’è anche «Terra!», il brano newyorkese che ha rappresentato il viaggio, «Essential«, brano minimalista per eccezione, una «spremuta”» di sensazioni vere, emozioni reali, «Carezze» un’inno delle piccole cose. E ancora «Il pianista», brano a cui Mastrini è molto affezionato. «E’ un brano in ‘bianco e nero’ – prosegue il pianista – come in bianco e nero è stato il capolavoro cinematografico ‘The Artist’ che rappresenta un po’ la mia vita da pianista. Vuol essere un brano emblema sulla ‘moda’ che si è creata di essere e diventare pianista. Dopo il meritato successo dei grandi compositori Allevi ed Einaudi si è diffusa la moda di autoproclamarsi pianisti, anche da parte di persone che hanno preso poche lezioni di pianoforte»

Presto in tour «Essere pianista – prosegue Mastirni – un arte molto accurata lo si diventa dopo anni anni di studio massacrante, saper suonare solo le note che si trovano scritte non vuol dire essere pianisti e questo discorso vale soprattutto per rispetto di quella categoria di artisti che suonano la musica classica e passano ore e ore su passi tecnici di assoluta difficoltà. Tornando a ‘Il Pianista’ rappresenta me, che già da piccolo rincorro il mio sogno, dai primi passi musicali nell’officina di mio padre, a tutti quei successi e concerti che tenevo nei teatri. Con la mia fantasia erano gli ingredienti per poter far sopravvivere il mio sogno in un piccolo borgo di provincia, dove non c’era un teatro. Non c’era nulla che poteva far parte del mio mondo». A supporto del lancio del disco anche un tour, che porterà il Mastrini a esibirsi in una trentina di località, sia in Italia che all’estero.

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