Si allunga la lista dei rivenditori del dolce a marchio blu dell’Ue: dolce sempre più costoso ma senza, in città non è Natale
di M.R.
C’è chi ne ha fatto un gelato, chi lo ha scomposto in un dessert innovativo, chi lo ha aromatizzato all’arancia o alla merangola e persino chi lo ha sperimentato dentro la colomba pasquale; a Cremona lo hanno abbinato al Torrone per celebrare un legame con Terni, ma è a Natale che il Pampepato è il re di tutti i banchetti in famiglia e con gli amici e proprio sotto le feste ecco che arriva la certificazione Igp anche per il forno Belli, ottavo produttore a vantare il ‘titolo’. E se è vero, come riportato da Il Messaggero che il costo del dolce è sempre più elevato, soprattutto per via dei pinoli, è altrettanto vero che Terni non vi rinunci e anzi cresce l’attesa per il concorso del Met che assegnerà la cucchiara di legno a chi avrà sfornato il Pampepato più buono tra quelli in competizione. Costa tanto è vero, ma per ‘giustificare’ un prezzo elevato (casomai servisse), dopo l’assaggio, il responsabile commerciale dell’evento Artigiano in fiera di Milano, Daniele Celata, qualche anno fa lo ha denominato ‘Diamante delle terre di San Valentino’; un po’ per la forma, un po’ per il peso sulle tasche, ma in effetti che gran valore ha: energetico, gustoso, ma soprattutto, per Terni, identitario.