Hanno chiesto a gran voce di riaprire gli istituti dell’Umbria studenti, prof e genitori del comitato Priorità alla scuola. «Gli studenti umbri – hanno detto – vantano un record negativo: sono quelli che per più tempo sono stati in didattica a distanza in tutta Italia. Dopo un anno di attesa, per mettere in sicurezza la scuola da parte di Stato, Regioni e Comuni è stato fatto poco o quasi nulla».
«Priorità alla scuola – hanno aggiunto – da tempo chiede di riaprire le scuole investendo in una massiccia campagna di screening (test per tutti gli studenti in ingresso e test di monitoraggio settimanali a campione), accelerazione del piano vaccinale, potenziamento e messa in sicurezza dei trasporti. E inoltre in prospettiva del nuovo anno, stabilizzazione dei precari, assunzioni adeguate di personale docente e Ata e riduzione del numero di alunni per classe. Le cosiddette classi pollaio infatti non sono più ammissibili né dal punto di vista didattico né tanto meno da quello della sicurezza sanitaria».
I manifestanti hanno denunciato poi le conseguenze sociali e psicologiche connesse alla prolungata chiusura delle scuole, sostenendo che se non è chiaro ancora quanto la chiusura possa incidere sui contagi, «è invece ormai chiarissimo quanto incida negativamente sulla qualità della vita e sul benessere di bambini, ragazzi, genitori e con loro sulla società tutta». Dal fronte politico, i consiglieri regionali del Pd hanno chiesto mercoledì «un consiglio regionale straordinario dedicato al mondo della scuola e dell’Università, per programmare al meglio la riapertura in sicurezza e la ripresa delle lezioni in presenza».