“Se queste opere e la natura che le ospita potessero parlare oggi ci chiederebbero di salvarle da chi non ama ciò che lo circonda. Quello che è successo ieri notte ci dice che l’inciviltà è figlia dell’odio e del disagio”. E’ il commento pubblicato nella pagina Facebook della Fondazione Progetti Beverly Pepper dopo l’atto vandalico che ha coinvolto le opere dell’artista americana situate nel suo parco pubblico di Todi. Il fatto è accaduto nella notte tra l’8 e il 9 novembre con alcuni sconosciuti che hanno imbrattato di vernice alcune sculture della Pepper, con le foto che sono circolate sui social e le opere che sono state già pulite da parte del Comune. E a denunciare il fatto è stata quindi anche la Fondazione che dal 2018 ha lo scopo di perseguire finalità di interesse generale e di pubblica utilità nel settore della cultura e dell’arte, con particolare riferimento all’opera della Pepper, per garantirne la corretta informazione, divulgazione e conservazione. Creatasi in presenza dell’artista stessa, la Fondazione ha sede nel suo studio italiano, nelle colline della città di Todi, in Umbria. Il Parco di Beverly Pepper di Todi, grande area verde nel centro storico del borgo umbro, aveva riaperto a giugno: inaugurato nell’autunno scorso, era stato ben presto costretto alla chiusura per l’emergenza coronavirus. A ideare il parco era stata la stessa artista statunitense, scomparsa il 5 febbraio scorso all’età di 97 anni. Dal 1972 aveva fatto di Todi la sua seconda patria, sede di vita e lavoro. Per questo ha voluto donare alla cittadinanza alcune delle sue opere. Lei personalmente ha costruito il percorso di visita e deciso dove collocare le sculture, dopo uno studio approfondito sulle visuali e sulla situazione orografica, fedele al concetto base della ricerca dell’artista: il rapporto tra opera d’arte e luogo di fruizione. La grande area verde nella quale si sviluppa il parco congiunge il Tempio rinascimentale di Santa Maria della Consolazione e la chiesa di S. Fortunato, passando per la Rocca, punto più elevato del centro storico di Todi. Esposte alcune tra le opere più note della scultrice, come le due San Martino Altars (1993) e la riedizione delle Todi Columns, quattro sculture monumentali alte dagli 8 ai 12 metri, che nel 1979 erano state collocate al centro della tuderte Piazza del Popolo e poi esposte – fra l’altro – al Brooklyn Museum of Art di New York e alla Biennale di Venezia. Installate anche una serie di panchine scultoree disegnate dalla stessa artista: lunette in pietra serena, collocate in punti di sosta precisi (i più panoramici). Un modo per rendere attivo il ruolo dei visitatori e di metterli in relazione con l’ambiente circostante.