L'assessore Luca Coletto

«Le proposte dell’assessore Luca Coletto sono distanti dalla totalità delle richieste condivise dalle 300 cooperative sociali con 8mila soci lavoratori, ma vengono comunque accolte positivamente». I nodi non sono sciolti, ma se non è altro si è sbloccato lo stallo totale tra Regione, Legacoop, Confcooperative e Agci Solidarietà che, giovedì mattina, dopo settimane di silenzio e una conferenza stampa convocata dalle imprese sociali esasperate, sono riuscite a incontrare Coletto.

Fondo per i costi extra L’assessore regionale, in base a quanto emerge, ha annunciato la predisposizione di un fondo per coprire i costi extra sostenuti dalle coop sociali per garantire la sicurezza dei lavoratori e dei fruitori dei servizi durante il Covid 19, che vanno dall’assistenza domiciliare alla ristorazione nelle mense scolastiche. L’intervento è previsto sia dal Cura Italia che dal decreto Italia e finalmente anche in Umbria sembra destinato a diventare realtà. Da qui il cauto favore delle coop sociali, rappresentate da Andrea Bernardoni Legacoopsociali, Carlo di Somma Confcooperative e Massimo Giovannelli AGCI Solidarietà, che in una nota riconoscono «la disponibilità al confronto di Coletto e l’impegno dimostrato per trovare soluzioni concrete».

Servizi durante il Covid 19 Al centro del tavolo con la Regione, poi, anche «la richiesta di garanzie per la continuità dei servizi sociali, socio assistenziali e socio sanitari, rimodulandoli ove necessario». In particolare, i rappresentanti delle coop sociali hanno evidenziato come il decreto Rilancio stabilisca che questi servizi siano da considerarsi «pubblici essenziali, anche se svolti in regime di concessione, accreditamento o mediante convenzione, in quanto volti a garantire il godimento di diritti della persona costituzionalmente tutelati e che le Regioni devono definire le modalità per garantire l’accesso e la continuità di tali servizi anche in situazione di emergenza».

I nodi da sciogliere A Coletto sul punto è stata evidenziata «l’importanza della continuità e la necessità di adottare una linea di condotta uniforme in tutta la regione che, tutelando la salute degli operatori socio sanitari e degli utenti, garantisca l’apertura dei centri diurni». Resta la necessità, sempre manifestate dai rappresentanti delle coop sociali, di dare continuità al confronto per affrontare nodi come «l’adeguamento delle tariffe, ferme al 2005, l’applicazione dell’art. 112 del codice degli appalti e l’adozione di una norma regione sugli appalti dei servizi di welfare».

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