La protesta sotto la sede del Mise

C’era anche una delegazione di lavoratori umbri alla manifestazione indetta giovedì dai sindacati sotto la sede del Ministero dello sviluppo economico per protestare contro «l’emorragia di precari» in atto in Anpal Servizi, l’agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. Nell’ente, che si prepara ad assumere 3000 navigator per la gestione del reddito di cittadinanza, ci sono attualmente 650 precari (una quindicina in Umbria), assunti con contratti a tempo determinato e collaborazioni. «Ma ora, grazie al decreto dignità – spiega Simone Campani, perugino, lavoratore precario da 15 anni in Anpal, iscritto alla Fisac Cgil e presente al presidio sotto al ministero – già 20 di noi sono andati a casa e entro settembre 2020 ci sarà un vero e proprio esodo, perché tutti i contratti e le collaborazioni andranno a scadenza».

Paradosso «Siamo al paradosso totale – continua il lavoratore umbro – siamo precari che dovrebbero formare altri precari. Infatti, i 3000 navigator, che dovranno gestire il reddito di cittadinanza, saranno assunti anche loro con contratti di collaborazione, trasformando Anpal nel primo caso di agenzia pubblica, per di più alle dipendenze del ministero del Lavoro, con il 90% di personale precario». Nella sera di giovedì il Ministero ha reso noto che riceverà i sindacati il 12 giugno, accogliendo così la richiesta arrivata nei giorni scorsi. Al presidio di Roma c’è anche Valeria Masiello, ternana, assunta in Anpal Servizi con un contratto di collaborazione che scadrà a settembre 2020: «Io sono entrata in agenzia la prima volta nel 2012, poi sono scaduta varie volte e ho dovuto affrontare ogni volta la selezione pubblica per rientrare – spiega la lavoratrice, iscritta a Nidil Cgil – Siamo stanchi, arrabbiati e stiamo perdendo il nostro lavoro. Ma il ministro Di Maio non vuole riceverci, nonostante siamo lavoratrici e lavoratori alle sue dirette dipendenza».

Il confronto Non a caso, le organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori di Anpal Servizi, Fisac e Nidil Cgil, First e Felsa Cisl, Uilca Uil e Uiltemp, denunciano «una totale assenza di relazioni industriali in azienda». Da tempo le organizzazioni dei lavoratori hanno inviato richieste di incontro al ministero del Lavoro, per individuare soluzioni soprattutto per il personale precario con contratto a tempo determinato e con contratti di collaborazione coordinata e continuativa. «L’esito dei pochi incontri è stato assolutamente insoddisfacente – sottolineano però i sindacati – mai è stata avviata una discussione nel merito dei problemi, mai è stato intrapreso un negoziato, ma si è solo procrastinata sine die l’individuazione di possibili soluzioni». Di qui la scelta di manifestare sotto il ministero per chiedere l’apertura di un confronto che partirà la prossima settimana.

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