Stefano Mazzoni

Non c’è stata nessuna «pressione politica», come invece sostiene il direttore artistico di Umbria Jazz Carlo Pagnotta, riguardo alla nomina a consulente della Fondazione dell’ex direttore generale Luciano Linzi. Ad assicurarlo è il vicepresidente della Fondazione, nonché neo-segretario generale del consiglio regionale Stefano Mazzoni in una nota in cui risponde a Pagnotta invitando a superare le «frizioni personali». «Si è trattato di una scelta autonoma – assicura – come da statuto, ed unanime del Consiglio di amministrazione»; organismo all’interno del quale siedono anche i rappresentanti di Regione e Comune di Perugia. Mazzoni invita poi ad abbassare i toni dato che «le polemiche stucchevoli hanno l’esclusivo effetto di danneggiare Umbria jazz e la sua immagine, perciò invito ciascuno a concentrarsi su quello che davvero conta per il bene del festival. Umbria Jazz sta per vivere una grande stagione che tra qualche settimana la porterà in Cina, ad aprire nuove frontiere per il jazz italiano e le eccellenze dell’Umbria, e che in luglio si tradurrà in una edizione che si annuncia di grandissimo impatto artistico e partecipazione. Francamente polemiche di basso cabotaggio appaiono paurosamente fuori luogo al confronto con il vero senso di Umbria Jazz. Che non è né può essere il piccolo cortile in cui trastullarsi con litigi provinciali ma l’anima di una regione che da quarantatré anni fa risuonare nelle sue città la musica della contemporaneità».

PAGNOTTA: «SU LUCIANO HO SBAGLIATO, MA ANCHE REGIONE HA FATTO ERRORI»
L’INTERVISTA A LINZI: «CARLO? HA IL SUO CARATTERE»

Il ritorno di Bahrami e Rea E proprio sul fronte del festival è da registrare, a distanza di un anno da uno dei concerti più interessanti della scorsa edizione, il ritorno del duo pianistico formato da Ramin Bahrami e Danilo Rea. L’appuntamento è per il round midnight di sabato 9 luglio al teatro Morlacchi. Protagonista assoluta della serata sarà, così come un anno fa, la musica di Bach (per gli appassionati del Cantor l’appuntamento è in libreria con «La musica nel castello del cielo», ritratto firmato dal direttore d’orchestra John Eliot Gardiner e pubblicato da poco in Italia da Einaudi), suonata dai due gran coda Fazioli di Bahrami e Rea ancora una volta l’uno di fronte all’altro per esplorare la terra di confine tra classica e jazz. «Nel progetto dei due pianisti – spiega l’organizzazione del festival – lettura e improvvisazione si incrociano in modo equilibrato, con la necessaria libertà ma senza snaturare lo spirito della musica di Bach. Pochi artisti come Bahrami e Rea avrebbero potuto legittimamente varare una impresa simile. Bahrami di Bach è un grande specialista (per la Decca ha inciso soltanto dischi con composizioni di Bach ed ha addirittura scritto un libro che si intitola “Come Bach mi ha salvato la vita”), e Rea ama fare incursioni nel repertorio classico: uno dei suoi progetti più riusciti, tante volte eseguito in concerto e registrato per Egea, si intitola “Lirico” e contiene pagine, ovviamente rivisitate, di Puccini, Mascagni, Bizet. Ed ecco che la fortunata partnership musicale Barhami-Rea si rinnova per il pubblico di Umbria Jazz con un altro capitolo ma con lo stesso spirito». Quanto al concerto di un altro pianista, Ezio Bosso, la serata del 10 luglio è già sold out.

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