Lo scrittore Sorokin

Qualcuno l’ha definito un profeta, lui preferisce farsi chiamare “eretico”. Nel romanzo ‘La giornata di un opričnik’ del 2006, appena tradotto in italiano, Sorokin immagina la sua Russia proiettandola nel 2027 e dipingendola come un Paese violento, corrotto e dittatoriale.

Letteratura come laboratorio «Sono impegnato nella sperimentazione letteraria – ha dichiarato ieri in un’intervista apparsa su La Stampa – più o meno da venticinque anni. Il mio modo di scrivere è diretto in sostanza contro la maggior parte degli scrittori russi che considerano la letteratura come un tempio e le opere come libri di preghiera custoditi all’interno di esso. No, per me la letteratura non è un tempio, ma un laboratorio. Più che un profeta, mi considero un eretico»

Vladimir Georgievič Sorokin Uno dei più grandi scrittori russi contemporanei, ma anche sceneggiatore, drammaturgo, pittore, grafico e librettista per il teatro Bolshoj, ha pubblicato ‘La giornata di un opričnik’ in Russia nel 2006, il testo è stato tradotto in italiano nel 2014 da Denise Silvestri per Atmosphere libri.

La giornata di un opričnik Ambientato in un’immaginaria Russia zarista nel 2027 dove la restaurazione ha fatto il suo drammatico corso, restituendo ai successori dei Romanov l’esercizio legittimo del potere e il monopolio assoluto della violenza. Un’alta muraglia, lunga quanto i suoi confini, rinchiude questa nuova Russia in un opprimente protezionismo guerrafondaio. Protagonista del romanzo è Andrei Komiaga che lavora per Opricnik, la polizia segreta e braccio armato dello Zar, sul modello dei peggiori eccessi di Ivan il Terribile. Komiaga, quasi privo di personalità per la sua esasperata lealtà verso la Russia, lo Zar, e gli altri Opricinik, è una delle guardie più temute dal paese. Nel corso di una giornata Andrej Komiaga renderà testimonianza e parteciperà a brutali esecuzioni, feste stravaganti, incontri con ballerine, indovini, e anche la zarina. Egli stupra e saccheggia, ma si commuove fino alle lacrime ascoltando le canzoni della sua terra.

Perugia 2019 al Festival Giovedì 28 agosto, alle ore 12 alla sala delle Bandiere del Palazzo del Vignola, ci saràmun incontro di Arnaldo Colasanti, direttore artistico della candidatura di ‘Perugia2019 con i luoghi di Francesco d’Assisi e l’Umbria’, con il mondo della cultura, così presente in massa in questi giorni nella città di Jacopone. A pochi giorni dalla consegna al MIBACT della stesura finale del dossier di candidatura, l’incontro assume una rilevanza particolare per la delicatezza del momento, molto vicino a quello in cui la commissione europea deciderà chi tra le sei città rimaste in lizza (oltre a Perugia, Lecce, Ravenna, Matera, Siena e Cagliari) ‘avrà investito di più sulla cultura e sui giovani’, in modo tale da conquistare il titolo e prepararsi ad accogliere nel 2019 milioni di visitatori.

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