Si è aperto oggi a Perugia il processo per rivelazione di segreto d’ufficio in cui sono imputati l’ex consigliere del Csm Luca Palamare e l’ex magistrato romano Stefano Fava. La Corte, presieduta da Alberto Avenoso, ha concesso l’autorizzazione alle riprese video dell’udienza e rinviato l’udienza al 2 febbraio: in quella data verrà sciolta la riserva sulle richieste delle difese che vorrebbero escludere il procuratore aggiunto Paolo Ielo e Cittadinanzattiva dalle parti civili.
In aula Stando alla ricostruzione accusatoria Fava, «con l’aiuto e l’istigazione» di Palamara, portava a conoscenza dei cronisti di avere predisposto una misura cautelare, in un procedimento a lui assegnato, «nei confronti di Amara» per autoriciclaggio e che «il procuratore della Repubblica “non aveva apposto il visto». Nello stesso troncone d’inchiesta, Fava sarà processato per essersi abusivamente introdotto in un applicativo del Ministero della Giustizia per la digitalizzazione degli atti acquisendo i verbali d’udienza e della sentenza di un procedimento «per ragioni estranee» a quelle per le quali aveva facoltà. Il suo obiettivo – sempre in base all’accusa – era di avviare una campagna mediatica ai danni di Pignatone e dell’aggiunto Ielo.