©Fabrizio Troccoli

di Iv. Por.

Rissa e lesioni. Sono questi i reati ipotizzati a vario titolo dalla Procura della Repubblica di Perugia che ha indagato cinque persone in seguito ai fatti avvenuti a Ponte Felcino nella tarda serata di martedì. Secondo quanto noto si tratta di tre militanti di Casapound e due di Potere al Popolo. Agli atti dell’inchiesta non ci sono video di filmati che hanno registrato l’aggressione. L’indagine della Digos di Perugia, coordinata dal procuratore Luigi De Ficchy, sta concentrando le proprie attenzioni sulla presunta rissa che si sarebbe scatenata e dalla quale il 37enne Mario Pasquino, attivista della formazione di sinistra, è uscito sanguinante per via di quattro colpi che gli hanno trapassato i vestiti e raggiunto a coscia e schiena.

INTERVISTA: «IO ANTIFASCISTA AGGREDITO COSI’»
LE REAZIONI: «AGGRESSIONE FASCISTA»

Le indagini Gli investigatori sono alla ricerca di testimoni e tra le altre stanno vagliando le parole della donna intervistata da Umbria24. Ma avranno un loro peso specifico anche le dichiarazioni rese in questura dallo stesso Pasquino, che minaccia di sporgere denuncia contro ignoti per lesioni volontarie. «Non saprei riconoscere i miei aggressori», ripete attraverso il suo avvocato Luciano Ghirga. Prima di essere preso a verbale dalla Digos il 37enne ha dichiarato al nostro giornale di essere stato accerchiato «quasi all’improvviso da quattro persone incappucciate armate di bastoni».

VIDEO: PARLA UNA TESTIMONE
FOTOGALLERY: IL LUOGO DELL’AGGRESSIONE

Rissa da plancia Ma l’ipotesi dell’agguato non è quella privilegiata da chi indaga, che si orienta piuttosto su una “rissa da plancia”. Anche se un ferito da arma da taglio non pone certo tutti i partecipanti sullo stesso piano. Attraverso un post sulla pagina ufficiale Facebook di Casapound Italia, pubblicato mercoledì pomeriggio senza che nessuno avesse direttamente chiamato in causa il partito di estrema destra, viene raccontato in maniera diametralmente opposta il medesimo episodio rispetto a come lo aveva raccontato Pasquino. Che, dopo l’aggressione, si è recato al pronto soccorso in maniera autonoma: ci avrebbero pensato poi i medici a segnalare alla polizia l’intervento e la prognosi della ‘riferita aggressione’ che gli ha procurato lievi tagli alla coscia e all’emitorace. Un altro dato è certo e sicuramente non secondario per chi indaga: martedì, dopo le 22.30, da Ponte Felcino è arrivata una richiesta al 113 per una rissa in corso ma quando la squadra volante è giunta in via dell’Ala i partecipanti non c’erano già più, mentre a terra c’erano i bastoni e colla fresca sotto i manifesti dei ‘neri’, oltre a quelli già piazzati da Potere al Popolo.

VIDEO: C’E’ CASAPOUND, POTERE AL POPOLO SE NE VA
MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA PER PAOLO VINTI

Bassetti, Marini e Gentiloni Degli ultimi episodi di violenza in campagna elettorale hanno intanto parlato il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, la presidente Catiuscia Marini e il premier Gentiloni. Per il cardinale e arcivescovo di Perugia «la pace va organizzata nella vita politica» mentre «le ultime campagne elettorali nelle piu’ importanti nazioni del mondo sono state caratterizzate da lacerazioni profonde, scontri frontali e spesso da un linguaggio violento». Secondo Marini «ogni atto di violenza va condannato, se poi sono connessi alla campagna elettorale sono episodi inquietanti che vanno fortemente condannati. Nella nostra regione non ricordiamo episodi di questo tipo, è chiaro che c’è un clima di accrescimento dei toni e delle modalità dello scontro politico che sono preoccupanti in una terra dove non ricordiamo episodi così violenti». Il presidente del Consiglio, infine, a Porta a Porta ha negato che ci sia un ritorno al clima degli anni Settanta ma, ha detto, «il ministero dell[Interno sta prendendo sul serio gli episodi di violenza di questi giorni, episodi isolati, di minoranza sparute ma che vano condannati a prescindere. Non ha nulla a che vedere con l’antifascismo malmenare un carabiniere cosi come non si può giustificare gli estremisti di destra che accoltellano un attivista dell’altra parte».

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