Meredith Kercher

di Francesca Marruco

«La sentenza della Corte di Cassazione ha demolito la sentenza di secondo grado di Perugia». Non c’è spazio per i mezzi termini quando il procuratore generale di Perugia Giovanni Galati parla di «sentenza che non poteva non essere annullata perché era evidentemente viziata». Si toglie qualche sassolino dalla scarpa, e non esita a sottolineare che la Corte di Cassazione «ha accolto tutti i motivi del ricorso della procura generale di Perugia».

Incompletezza sentenza secondo grado Durante una conferenza stampa convocata insieme al sostituto Giancarlo Costagliola per commentare le motivazioni all’annullamento della sentenza di assoluzione di secondo grado, il procuratore Galati plaude alle motivazioni  della Corte di Cassazione con cui è stata «rilevata l’assoluta incompletezza delle motivazioni, la costante violazione della legge processuale,  il persistente oltraggio alla giurisprudenza di Corte di Cassazione in merito alla valutazione della prova indiziaria, ha rilevato superficialità estrema in parcellizzazione indizi, senza una valutazione totale».

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Violazione codice «Fa piacere – ha aggiunto il magistrato – leggere che è corretto il rilievo del procuratore generale ricorrente». Il procuratore ha parlato invece di «violazione del codice che vi è stata da parte della Corte d’Assise d’Appello  di Perugia,  con una quasi continua adesione alle sollecitazioni difensive, senza tenere conto dei rilievi dei pubblici ministeri in udienza».

Hanno negato circostanze La sentenza di secondo grado, annullata dalla Corte di Cassazione, per Giancarlo Costagliola «non sembrava neanche una sentenza di appello, ma una nuova sentenza di primo grado». Questo perché, secondo i procuratori, «le valutazioni espresse dalla Corte d’Assise d’appello di Perugia, hanno negato circostanze che emergevano dagli atti del processo di primo grado, e noi questo aspetto lo abbiamo sottolineato nel nostro ricorso in Cassazione».

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Cassazione non entra nel merito Quella con cui la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, inoltre è una sentenza «che non entra nel merito». «È stata molto attenta a non entrarci» sottolinea il procuratore generale di Perugia sollecitato a rispondere a quanto detto dal presidente della Corte che assolse i due ex fidanzati, Claudio Pratillo Hellmann in una intervista ad un settimanale. Hellmann, ha infatti sostenuto che «i giudici della Suprema corte sono entrati a gamba tesa nelle questioni di merito. Non potevano e non dovevano farlo. Avrebbero dovuto limitarsi alle questioni di legittimità»

Ritardi e speranze  «Ci dispiace che la sentenza di secondo grado abbia comportato un ritardo per l’attribuzione delle responsabilità per questo tremendo delitto», ha aggiusto Costagliola che in secondo grado ha sostenuto l’accusa insieme ai pm Giuliano Mignini e Manuela Comodi.  Ma adesso che in autunno inizierà un nuovo processo a Firenze, per la famiglia Kercher, secondo i magistrati, si riaccende «la speranza di sapere chi ha ucciso la loro figlia». I procuratori hanno precisato che in caso di nuova condanna per gli ex fidanzati «noi non dovremo affermare l’efficacia della sentenza, ma il suo valore del diritto».

Riapertura istruttoria a Firenze? La Corte d’assise d’appello di Firenze potrebbe anche decidere di  «riaprire l’istruttoria dibattimentale e di disporre una nuova perizia, magari sulla traccia ‘I’( isolata sul coltello dai periti della Corte d’assise d’appello di Perugia e mai analizzata)». «Le conclusioni dei periti della Corte d’Assise d’Appello di Perugia – ha aggiunto Costagliola – sono state smentite dalla Cassazione che ha detto che la contaminazione non c’è mai stata».

I ricorsi La Corte d’Assise d’ Appello di Firenze «potrà dunque rivalutare – hanno spiegato ancora – tutti gli elementi prospettati dalle parti dopo la condanna di primo grado di Perugia, ovvero il ricorso delle difese e quello della procura per la non concessione delle attenuanti generiche». E’ per questo che, i giudici fiorentini, potrebbero anche «rivalutare la pena qualora vi fosse una nuova condanna». Se invece la Corte fiorentina dovesse assolverli, dovrebbe farlo, «con motivazioni completamente diverse da quelle della Corte d’Assise d’Appello di Perugia».

Mai certezza su dinamica Il procuratore Giovanni Galati ha anche invitato i cronisti a parlare più della povera vittima Meredith Kercher e meno di Amanda e Raffaele e della «soap opera» costruita intorno al caso.  Anche se, ha consluso Costagliola, «Non sapremo mai nulla su come si è svolto davvero l’omicidio. Gli unici che ce lo possono dire sono Rudy Guede, Sollecito e Amanda». 

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