di Chiara Fabrizi

Trovato a letto con la nipotina, ventisettenne condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione col rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena. Questa la sentenza emessa nel tardo pomeriggio di giovedì dal gup del tribunale di Spoleto, Margherita Amodeo, a carico del giovane in carcere dal marzo scorso per violenza sessuale sulla minorenne, parte civile nel processo con la mamma.

A denunciare i terribili fatti è stato il fratello del giovane, che è il patrigno della bimba e soprattutto colui che avrebbe trovato la piccola nel letto con il ventisettenne. Il giovane l’avrebbe fatta entrare in camera con la scusa di farle sentire la musica poi però, emerge dalle carte, le avrebbe di sdraiarsi con lui e lì si sarebbero consumati gli abusi. I fatti risalgono a circa un anno fa e si sono consumati nell’abitazione del Tuderte, dove vive tutta la famiglia, e sono stati denunciati ai carabinieri insieme ad altri episodi precedenti: la bimba in un’altra circostanza sarebbe stata spogliata e toccata nelle parti intime dal giovane tuttora in carcere. Per lui il sostituto procuratore Michela Petrini, nella articolata requisitoria a porte chiuse, aveva chiesto sei anni di reclusione, ma il gup Amodeo con sentenza lo ha condannato a quattro anni e sei mesi. A difendere lo zio sono gli avvocati Ilario Taddei e Gabriela Juganario, che in attesa delle motivazioni hanno già annunciato ricorso in appello: «Noi ipotizziamo l’insussistenza delle accuse, che in sede di incidente probatorio la minore ha negato, mentre anche le prove del Dna hanno dato esito negativo alla testimonianza fornita dal fratello, con cui l’imputato aveva molti attriti».

@chilodice

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