Secondo i giudici della Corte d’appello non è stato lui a commettere quei danneggiamenti
di Enzo Beretta
Assolto, per non aver commesso il fatto, il maghrebino sotto processo a Perugia con l’accusa di aver distrutto le statue del presepe emozionale esposte nel centro storico di Gualdo Tadino. Per quei fatti avvenuti nel novembre 2016 lo straniero, 24 anni, era stato condannato a sei mesi di carcere in primo grado: la sentenza della Corte d’appello ribalta il verdetto e, nei fatti, dice che non è stato il marocchino a commettere quei danneggiamenti. Inizialmente le indagini individuarono tre persone responsabili dell’atto vandalico in danno del presepe: gli altri due coindagati, anche loro residenti tra Gualdo e Nocera Umbra, però erano stati espulsi dall’Italia prima della sentenza del tribunale.
Gli atti dell’accusa «In concorso tra loro – si legge nel capo d’accusa – danneggiavano quatto sagome di polistrato plastico rappresentanti dei personaggi del ‘presepe emozionale’ esposte nel centro storico di Gualdo Tadino». In particolare perché «una statua veniva spezzata in tre parti, una veniva decapitata e le altre due divelte dalla base», fatto aggravato «perché commesso su cose esposte per necessità e consuetudine alla pubblica fede». Lo straniero assolto martedì dalla Corte d’appello di Perugia è difeso dall’avvocato Giorgia Ricci.