Foto Tgr (YouTube)

di Massimo Colonna

Un buco di circa un’ora e mezza, dalle 16 e 17.30 di quel 26 ottobre 2009, il giorno prima della scomparsa di Barbara Corvi. Una finestra temporale su cui la procura conta di vederci più chiaro, magari raccogliendo altri elementi dall’interrogatorio che Roberto Lo Giudice terrà nei prossimi giorni dal procuratore Alberto Liguori, come annunciato dal suo avvocato Giorgio Colangeli al termine dell’udienza in carcere dopo l’arresto di martedì scorso. Proprio il giorno prima della scomparsa della donna rappresenta uno dei passaggi più significativi delle 23 pagine dell’ordinanza di custodia firmata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Terni Simona Tordelli. 

Il giorno prima «Dalle ore 16.00 – si legge nell’ordinanza – i coniugi rimanevano soli in casa e da questo momento di essi si sono perse le tracce: si sa però che tra le 14.01 e le 17.01 il telefono cellulare di Lo Giudice ha fatto registrare sette telefonate ed un Sms impegnando la cella in località Montecampano». La procura ipotizza che dunque in quel momento Roberto Lo Giudice si trovasse in casa. Poco più tardi poi, alle 16.54, da quel telefono è partita una chiamata. «Dalle 17.01 alle 17,38 poi – ricostruisce la procura – il telefono non ha fatto registrare alcun impulso e quindi non ha consentito la sua localizzazione». 

Nuova chiamata Alle 17,38 una nuova chiamata in uscita dal telefono e la localizzazione che indica alla procura come Lo Giudice fosse fuori casa, «per poi essere stato visto a Fornole tra le ore 17,30-18,00» da un uomo che lo ha incontrato in un bar. «Alle ore 18 circa Lo Giudice ha incontrato il figlio Salvatore e poi la cognata», fino ad arrivare «alle ore 18,57 quando Lo Giudice richiamava il figlio Salvatore». «In sintesi – fa il punto la procura – dalle ore 16 alle ore 17,30-18.00 vi è un buco nella ricostruzione degli spostamenti del Lo Giudice, posto che nessuno di tutti i soggetti escussi ha riferito di averlo visto; né è stato possibile acquisire i tabulati del telefono della vittima, perché l’apparecchio era andato distrutto nel corso di una lite occorsa la sera precedente alla scomparsa».

Nuovo interrogatorio Al termine dell’interrogatorio di garanzia l’avvocato Colangeli, che difende Roberto Lo Giudice insieme al collega Cristiano Conte, ha riferito che il suo assistito incontrerà il procuratore capo Liguori entro una decina di giorni. Potrebbe essere quella l’occasione per fare maggiore luce anche su queste circostanze.

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