di Daniele Bovi

«Da quanto sopra esposto emerge la sostanziale mancanza di antigiuridicità della condotta dei convenuti, il che comporta, oltre all’inesistenza del danno per l’erario, il rigetto della domanda». È questo il passaggio centrale della sentenza con la quale, nelle scorse ore, la Corte dei conti dell’Umbria ha assolto tutta l’ex giunta regionale e una serie di dirigenti di Palazzo Donini a proposito della prosecuzione dell’incarico per cinque anni, decisa nel 2014, dell’allora direttore generale di Arpa, Walter Ganapini.

La vicenda I citati in giudizio erano l’ex presidente Catiuscia Marini e i membri della sua giunta (Carla Casciari, Fernanda Cecchini, Vincenzo Riommi, Silvano Rometti, Stefano Vinti e Fabio Paparelli) più i dirigenti che si erano a vario titolo occupati della pratica (Cinzia Balorchia, Daniela Rossi, Catia Bertinelli, Giampiero Antonelli, Stefano Strona e Stefano Guerrini). La Procura contabile aveva ipotizzato un danno erariale di 288 mila euro (in ipotesi da restituire all’Arpa), corrispondente agli stipendi percepiti da Ganapini tra il 2018 e il 2019, cioè quando l’ex direttore aveva già maturato il diritto alla pensione.

Il caso Una proroga che quindi la Procura ha ritenuto illegittima visto il raggiungimento dei requisiti per l’età pensionabile di Ganapini. Una vicenda per la quale Ganapini era stato chiamato a rispondere anche in sede penale, dove è arrivata l’archiviazione perché «il raggiungimento dell’età pensionabile non può risultare di ostacolo alla prosecuzione dell’attività fino alla scadenza naturale». La giunta all’epoca si era tutelata chiedendo un parere legale che aveva dato l’ok alla possibilità di proseguire il rapporto; oltre a ciò nel corso degli anni la giurisprudenza è intervenuta chiarendo che il divieto di assumere incarichi riguarda chi è già in pensione, e non chi maturerà questo diritto nel corso dell’incarico.

Marini Una sentenza accolta «con soddisfazione» da Nicola Pepe, difensore di Marini. «Abbiamo sempre avuto fiducia – dice – che venisse riconosciuto la correttezza dell’agire
dell’amministrazione regionale nella vicenda. La Sezione giurisdizionale dell’Umbria ha approfondito il caso, di rilievo e complessità, accertando l’insussistenza di qualsiasi profilo di antigiuridicità nell’operato degli amministratori».

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.