di Daniele Bovi

Dei 14.525 operatori sanitari umbri chiamati a fare il vaccino anti Covid, meno di 300 sono quelli che hanno espresso esplicitamente un rifiuto. Il dato è emerso giovedì nel corso del briefing settimanale sull’emergenza sanitaria che la Regione e il nucleo epidemiologico hanno tenuto con la stampa. In percentuale si tratta del 2% circa e, come ha ricordato il direttore della Sanità regionale Claudio Dario, non essendo obbligatorio non è prevista alcuna sanzione per chi dice no: «In modo sereno – ha detto – ci confronteremo con loro a seconda delle situazioni, dato che in molti casi possono esserci reali motivi per dire no».

UMBRIA IN BILICO TRA GIALLO E ARANCIONE

Arrivate dosi Moderna Coloro che non si presentano saranno richiamati ma non si attenderà molto: «Dobbiamo andare avanti con il piano – ha detto rispondendo alla stampa il commissario per l’emergenza Massimo D’Angelo – che è contingentato. Comunque assicuriamo che non ci sarà alcuna dispersione delle dosi». Mercoledì sono arrivate le prime mille del siero prodotto da Moderna (quello di AstraZeneca dovrebbe essere autorizzato verso la fine di gennaio) e altre mille sono attese fra il 25 e il 27 gennaio.

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I dati Secondo i numeri del portale nazionale aggiornati a mercoledì sera, il vaccino in Umbria è stato inoculato a 11.449 persone sulle 15.685 dosi ricevute; in percentuale si tratta del 73% (tra le più alte in Italia) e questa proporzione andrà rispettata anche in futuro. Stando alle indicazioni arrivate dal commissario Domenico Arcuri, infatti, il 30% delle dosi ricevute andrà conservato per evitare possibili problemi con la somministrazione della seconda dose. Le donne rappresentano al momento il 66% dei vaccinati mentre l’età media è di poco più di 54 anni (con una forbice che va dai 22 ai 106). Per quanto riguarda il personale sanitario si è arrivati a quota 9.013 dosi somministrate, pari all’81% del target, mentre la campagna sembra più indietro nelle Rsa dove è stato vaccinato il 19% (2.111 fra ospiti e operatori).

IL PIANO VACCINALE DELLA REGIONE

Nelle Rsa Rispetto alla metà di dicembre, le strutture con casi di positività sono 101 contro le 84 di metà dicembre, ma i contagi (un centinaio solo alla Muzi Betti di Città di Castello) sono passati da 360 a 312 (197 sono ospiti) con 121 ricoveri, raddoppiati rispetto al 15 dicembre, e 101 sono i morti contro gli 87 del mese passato. Tra le aziende sanitarie, l’ospedale di Perugia ha vaccinato l’81% del proprio personale, quello di Terni il 68%, l’Usl Umbria 1 il 57% e la 2 il 55%.

L’influenza Da registrare anche i numeri positivi che riguardano il vaccino antinfluenzale. Al momento il virus stagionale, complici anche le restrizioni, è in netto arretramento rispetto all’anno passato e un ruolo lo ha giocato anche la maggior propensione a vaccinarsi: il siero è stato somministrato al 75% degli ultra65enni (30 mila in più rispetto a un anno fa), mentre per quelle persone sotto i 65 anni ma con profili di rischio si è arrivati a quota 38 mila, ovvero 15 mila in più rispetto al 2020. Bene anche i lavoratori dei servizi essenziali (da 2.735 a 5.782), i familiari dei soggetti ad alto rischio (da 1.741 a 3.487) e il personale sanitario (da 2.050 a 4.900). Quanto alle Rsa, sono 2.162 gli ospiti vaccinati su un totale di 2.700.

I farmacisti Tornando alla vaccinazione anti Covid, dopo l’inserimento da parte della Regione dei farmacisti tra le categorie prioritarie, l’Ordine di Perugia si è attivato per raccogliere le adesioni che a oggi sono più di 700, pari a oltre il 50% degli iscritti. L’Ordine ha messo a disposizione dei propri iscritti un modulo di adesione online: «Siamo solo all’inizio – evidenzia il presidente dell’Ordine Filiberto Orlacchio – ma in pochissimo tempo abbiamo ricevuto tantissime adesioni. Questo dato ci fa ben sperare in una partecipazione di massa». «È urgente fare presto e bene – conclude Orlacchio – per poter dare un importante impulso alla campagna vaccinale anti-Covid: noi come sempre siamo pronti a dare il nostro contributo».

Twitter @DanieleBovi

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