Una dose del vaccino di Moderna

di Iv. Por.

Mancano duemila operatori sanitari e sociosanitari all’appello per la prima dose del vaccino anti Covid in Umbria sui circa 14 mila totali. Per la Regione, però, è di fatto completata la somministrazione a questa categoria, quantomeno per la prima dose. «Stiamo facendo un giro di recall – hanno spiegato il vicecommissario all’emergenza Covid, Massimo D’Angelo, e il direttore della sanità regionale, Claudio  Dario – perché molti dei casi mancanti avevano contrindicazioni temporanee. L’adesione è stata ampia, il che ci consente di avere da qui a breve la protezione delle strutture ospedaliere».

I numeri In totale, dunque includendo anche ospiti Rsa e personale non sanitario, stando ai dati ufficiali aggiornati a venerdì mattina, sono 14.217 i vaccinati finora, di cui 13.543 con il siero Pfizer e 674 con quello Moderna. Per 352 c’è già stata la somministrazione della seconda, ovviamente tutti con il Pfizer. Tuttavia, negli ultimi giorni si è registrato un rallentamento: appena 454 le dosi somministrate giovedì. Ma qui il problema non è la scarsa capacità di fare vaccini o la mancanza di persone che possano riceverlo, bensì la carenza di dosi.

Categorie in attesa «La riduzione – ha spiegato D’Angelo – deriva dalla riduzione annunciata da Pfizer nelle spedizioni, per cui con gli accantonamenti di dosi per effettuare il richiamo a chi ha già ricevuto la prima, non siamo in grado di partire con le altre categorie come farmacisti, dentisti, medici di medicina generale e ultra 80enni. Appena il commissario nazionale indicherà la nuova pianificazione di arrivi per la nostra regione inizieremo». Fra l’altro all’Umbria nella prima fase era stata garantita una copertura di due dosi per 18 mila persone e, ad oggi, mancano per 4 mila.

Incertezza sulle dosi In questo quadro di incertezza da Pfizer (si attendono 3.500 dosi la prossima settimana), tra il 25 e il 27 è previsto l’arrivo della seconda tranche di vaccini Moderna. E si attende con impazienza il 29 per il verdetto dell’Ema (l’agenzia europea del farmaco) sul vaccino AstraZeneca. Con quello, se approvato, finalmente potrà darsi avvio alla fase di vaccinazione di massa, anche perché molto più semplice da gestire dal punto di vista logistico. «Stiamo predisponendo i punti vaccinali su larga scala – ha detto D’Angelo -. Ce ne sarà almeno uno ogni 40 mila abitanti».

Personale non sanitario Un’ultima precisazione è stata fatta sulle 370 somministrazioni al “Personale non sanitario”, che in altre regioni si è tradotta in qualche caso a una distribuzione arbitraria del vaccino a parenti o amici. «È accaduto – hanno chiarito il vicecommissario e il direttore Dario – che in qualche caso siano state chiamate persone a fine giornata per non dover buttare dosi già scongelate e diluite, ma si trattava comunque di persone aventi diritto, come personale amministrativo o simili, che già avevano dato il consenso. E comunque si fanno attente verifiche con testimoni sullo smaltimento delle boccette e anche, a valle, sulle liste di chi ha ricevuto il vaccino».

Vaccinazione in Umbria:

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