vigneti cantine lungarotti
Vigneti in Umbria

di Iv. Por.

Quel deposito di gasolio e benzina a un passo dai vigneti non s’ha da fare. La pensano così i residenti di Torgiano, che quindi hanno deciso di mobilitarsi. L’oggetto della protesta è la variante al piano regolatore che dà il via libera all’insediamento da parte della Scap srl dello stabilimento su un terreno adiacente ai vigneti e alle cantine Lungarotti, che fanno parte della proprietà dell’azienda. Secondo quanto riferito a Umbria24, sta proseguendo a spron battuto la raccolta di firme da parte del costituendo comitato ‘No deposito prodotti petroliferi a Torgiano’. La prossima settimana si dovrebbe tenere una riunione per mettere in campo le prime iniziative pubbliche.

Spostamento del deposito La vicenda riguarda lo spostamento del deposito della Scap, attualmente nel centro abitato di Ponte San Giovanni, in via Adriatica, su una porzione di terreno di 10 mila metri quadri a Torgiano, dove si prevede la realizzazione di una zona di deposito con serbatoi interrati, contenenti gasolio e benzina senza piombo, che verranno riempiti da autocisterne provenienti dalle raffinerie. La pavimentazione del piazzale sarà in calcestruzzo e a corredo sono previsti due edifici adibiti a uffici, manutenzione e stoccaggio oli più una pensilina per le operazioni di travaso. L’intervento richiede una variante a Prg in quanto la zona è classificata come “aree per insediamenti agroindustriali e centri aziendali”. Per questo il fascicolo, oltre che in Comune è arrivato in Provincia per un parere non vincolante, ma dall’esito abbastanza netto.

Il no della Provincia «Il progetto proposto prevede il consumo di un ettaro di terreno agricolo, oggi occupato da vigneti, causando il deterioramento del contesto paesaggistico e introducendo un elemento di discontinuità con le aree attualmente coltivate a vigneto che caratterizzano il paesaggio agrario della zona». Con queste motivazioni il responsabile dell’ufficio Territorio e pianificazione della Provincia di Perugia Mauro Magrini e il dirigente ad Ambiente e territorio Sergio Formica, davano parere negativo alla variante in quanto «non è coerente» con il Piano territoriale di coordinamento provinciale. Anzi, Proprio il PTCP classifica l’area tra gli “ambiti che presentano elementi di criticità paesaggistica”, dove sono ammessi solo interventi che vadano a “incrementare la qualità formale e/o ambientale dei luoghi da essi interessati”.

Area non idonea Invece, secondo il parere della Provincia, il deposito lungi da essere una “qualificazione” è piuttosto un «detrattore ambientale poiché causa una forte riduzione dei valori visuali, formali, ambientali e paesaggistici di questo territorio» che rappresenta invece «un’eccellenza nel settore dell’enoturismo e dei prodotti agro-alimentari». In conclusione, i tecnici provinciali mettono nero su bianco di ritenere che «l’area non sia idonea ad ospitare un deposito carburanti, in quanto tale attività nulla ha a che fare con le caratteristiche e i valori estetici di un territorio dove esiste una forte connotazione qualitativa legata alla cultura del vino e, nonostante le mitigazioni proposte per limitare l’impatto paesaggistico, per mascherarne la visibilità, i valori formali del territorio sarebbero dequalificati da questa presenza seppur “mimetizzata”».

Pd: «Combatteremo contro» Contro il deposito si è mobilitato il Pd locale che a inizio dicembre, dopo una riunione in cui l’Amministrazione ha descritto il progetto. «Diciamo no – si legge in una nota del partito guidato dal segretario Domenico De Marinis – perché snatura la vocazione enogastronomica, turistica e ricettiva di questo territorio, la cui superficie è vincolata per l’80% con una visione innovativa e lungimirante che deriva dagli ’90 ed ispirata ed incentivata anche dal Capostipite della famiglia; perche’ nonostante il rispetto delle normative sulla sicurezza, la collocazione di depositi di carburante desta forte preoccupazione per la sicurezza dei cittadini e lede l’immagine del nostro territorio come realtà dei “Borghi più Belli” e per la sua fama di turistica come terra del vino e dell’olio; perché nessuna contropartita economica né in termini occupazionali né di sviluppo futuro sono presenti in questa operazione; perché lede i diritti e la tranquillità dei cittadini che risiedono in prossimità delle cantine». «Sarà nostro impegno – continua il Pd – combattere sia in Consiglio comunale tramite i consiglieri Raspa e Peppicelli, sia sollecitando Enti sovraordinati, come Provincia e Regione, sia con la forte sensibilizzazione della cittadinanza per dire no a questa svendita dell’identità e della vocazione del nostro territorio».

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.