Boccardo coi pompieri a Norcia (foto Fabrizi)

di C.F.

Undici chiese per oltre 2,3 milioni di contributi di ricostruzione. Partono i cantieri per riparare i danni post sisma di alcune delle chiese della diocesi di Spoleto-Norcia, già al centro di gare pubblicato dagli uffici tecnici della Curia che, entro la prima decade di agosto, aprirà le buste con le offerte e assegnerà i lavori, che si conta di vedere avviare entro il mese di settembre: «Auspico – ha detto il vescovo Renato Boccardo – che i cantiere per le case e gli edifici pubblici da ricostruire si moltiplichino, affinché le nostre popolazioni possano riprendere al più presto la normalità di una vita dignitosa e sicura».

Undici chiese per 2,3 milioni di lavori Al centro delle gare di appalto, con gli interventi finanziati dalle ordinanze del commissario per la ricostruzione Paola De Micheli, sono finiti i cantieri per undici delle 350 chiese distrutte o rese inagibili dal terremoto del 24 agosto e del 26-30 ottobre 2016. Si tratta della chiesa parrocchiale di Santa Maria a Vallo di Nera (320.066,31); chiesa di San Salvatore a Usigni di Poggiodomo (319.944,80); chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta a Strettura di Spoleto (309.702,93); chiesa di San Giovanni Battista in Giappiedi di Cascia (275.904,08 euro); chiesa di Santa Giuliana e Sant’Alberto a Collazzoni di Preci (246.305,92); chiesa della Madonna Addolorata a Maltignano di Cascia (245.024,61 euro); chiesa di San Felice a Castel San Felice di Sant’Anatolia di Narco (222.583); ; chiesa di San Giovanni Battista ad Agriano di Norcia (198.053,62); chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta a Sellano (53.712,98); chiesa di San Michele Arcangelo a Cortigno di Norcia (48.226,44); chiesa parrocchiale di Santa Maria Annunziata a Cerreto di Spoleto (33.502,85).

Boccardo: «Accelerare anche su case ed edifici pubblici» «Saluto con particolare favore e soddisfazione la “partenza” dei primi cantieri per il restauro di alcune chiese danneggiate dal terremoto» ha detto il vescovo Boccardo, definendo il passo in avanti come «un segno concreto della ricostruzione possibile, che risponde all’attesa viva delle comunità che individuano nella chiesa del paese uno dei luoghi più eloquenti della loro fede e della loro identità. Auspico – conclude il presule che è anche presidente della Conferenza episcopale umbra – che si moltiplichino anche i cantieri per le case e gli edifici pubblici da ricostruire, affinché le nostre popolazioni possano riprendere al più presto la normalità di una vita dignitosa e sicura».

@chilodice

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