di Ivano Porfiri e Maurizio Troccoli

Se è uno sceicco a Perugia non se ne è mai accorto nessuno. Adnan Adel Aref Qaddumi Al Shtewi, indicato nella Capitale come possibile socio di James Pallotta nella As Roma – sempre che non si tratti di un caso di omonimia – vive in effetti da molti anni nel capoluogo umbro, come sostengono i media, ma non in un palazzo da Mille e una notte, bensì in una modesta casa a due piani a Cordigliano, minuscola frazione tra Montelaguardia e Ponte Pattoli.

A casa dello «sceicco» Suonando alla porta dell’abitazione, viene ad aprire un’anziana: «Scusi, c’è il signor Qaddumi?». «No, adesso non c’è. Chi siete?». «Un giornalista, signora. Dicono che stia investendo molto denaro nella Roma. Ne sa niente?». «No, io di queste cose non so niente». E si tira la porta dietro. La porta di una casa a due piani, una modesta abitazione sulla strada che lega le frazioni perugine di Montelaguardia e Ponte Pattoli. Nessuna traccia di ricchezza, un paio di auto di media cilindrata, una bellissima vista sulla vallata con ulivi e boschi di querce. «La signora che vi ha aperto è la suocera», spiegherà poi un vicino.

Che lavoro fa? A Cordigliano Adnan lo conoscono tutti. «Una bravissima persona», giurano i compaesani. Gli stessi che si sono stupiti sentendo il suo nome alla televisione. «Mai saputo che è uno sceicco – dice un uomo che abita a due passi – noi sappiamo che vive qui da tanti anni, è sempre stato cordiale. Che lavoro fa? Questo non lo so: lavora a Roma e torna per i fine settimana. La figlia lavora con lui».

La famiglia Adnan Qaddumi è un 54enne giordano ma di origini palestinesi. E’ andato via negli anni ’60 dal suo paese, dove ha lasciato la famiglia, si dice di principi, per motivi legati all’invasione israeliana della Cisgiordania. A Perugia ha sposato Maria Grazia, impiegata in Comune, con cui ha due figli: il maschio carabiniere, la femmina lavora con lui. Che lavoro facciano di preciso non è noto. Si sa che Qaddumi ha una società, la Amyga srl con sede amministrativa in via Mario Angeloni a Perugia, ma quella operativa a Roma.

Intermediario? «Lo zio – racconta un vicino – ha fatto parte del parlamento palestinese dopo la caduta di Arafat, mentre una delle sorelle dovrebbe aver sposato un ricco imprenditore o uno sceicco in patria». Da qui sorge il sospetto che possa trattarsi in effetti di un intermediario. Lo stesso comunicato della società giallorossa parla di un ingresso «diretto o indiretto», quindi con la possibilità che Qaddumi celi un parente o un socio. Oppure che si siano sbloccati dei fondi da investire in Italia nel calcio.

Sconosciuto in città La cosa davvero certa è che lo sceicco che i media stanno cercando tra Roma e l’Umbria sembra davvero strano possa essere l’Adnan Qaddumi di Cordigliano. Anche se ultimamente pare che in paese si sia visto poco. In città, invece, nessuno sembra conoscerlo negli ambienti imprenditoriali né dell’alta società. In un contesto in cui è ben difficile passare inosservati dopo una residenza di 25 anni. Lo scetticismo umbro, poi fa il resto, specie se si parla del connubio sceicchi-calcio.

Gli arabi e il Perugia E’ ancora fresco il ricordo a Perugia di due figure rimaste più o meno misteriose, che apparvero nel 2010, quando Leonardo Covarelli stava per alzare bandiera bianca, vista la mole dei debiti della sua azienda, con conseguente fallimento del Perugia. Tanti ricordano che una domenica venne presentato in tribuna al Curi un personaggio dalla carnagione olivastra che, avvicinato dai cronisti, indossò i panni del salvatore della patria. Di lui si è perduta traccia, mentre nessuno ha mai visto quello «sceicco» che un imprenditore del settore turistico più o meno danaroso, più o meno a caccia di ricadute pubblicitarie, evocò per rilevare il Perugia e iscrivere la squadra in prima divisione accollandosi i debiti della gestione Covarelli. Rimane memorabile solo la conferenza stampa in quel di Marcellano di Gualdo Cattaneo. Ovviamente anche quella volta non se ne fece nulla, e i tifosi giallorossi, memori di quelle esperienze fatte dai supporter del grifo, adesso sperano che non si tratti di un’altra bufala.

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