©Fabrizio Troccoli

di Daniele Bovi

È un Ateneo «indipendente» che «non si fa condizionare da associazioni strane», vedi ad esempio il ruolo della massoneria, «o dalla politica» quello che ha in mente Francesco Tei, direttore del Dipartimento di Agraria e candidato rettore. Per presentare la sua corsa il professore ha scelto il complesso di San Pietro, di proprietà della Fondazione per l’istruzione agraria, e in particolare la sala del Capitolato della biblioteca «Mario Marte». Qui, oltre al ricco curriculum Tei ha messo sul tavolo 27 pagine di un programma «asciutto e snello», all’insegna del motto «poche chiacchiere e azioni precise». Una candidatura, quella di Tei, che nasce «dal forte senso di appartenenza a questo Ateneo, dallo spirito di servizio, dalla mia esperienza in ruoli istituzionali e da alcune mie idee, condivise con un numero incoraggiante di colleghi, personale docente e non e studenti».

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Reclutamento Uno dei problemi centrali che l’Università di Perugia, come le altre in Italia, deve affrontare è quello del reclutamento. Tei nell’ambito di una programmazione triennale ha parlato della necessità di avere nuovi ricercatori di tipo B (quelli che dopo un triennio possono sperare di diventare associati), per i quali serve un piano interno dato quello ministeriale da solo non basta. C’è poi il tema, importante, del passaggio da associati a prof di ruolo per il quale, secondo le stime di Tei, servirebbero tra gli 1,6 e gli 1,9 milioni di euro: «Magari – spiega – non potremo fare tutto in un colpo solo ma per step sì».

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Internazionalizzazione Il discorso del direttore di Agraria però è partito dalla necessità di «promuovere e incentivare una maggiore integrazione e multidisciplinarietà fra le varie aree culturali». Una spinta più forte serve anche sul versante della internazionalizzazione di formazione, ricerca e terza missione; una internazionalizzazione utile anche per attrarre nuove risorse e incrementare la reputazione accademica. Quanto ai fondi già a disposizione, «occorre un progetto di sviluppo condiviso, complessivo e armonico, che utilizzi criteri meritocratici e incentivanti e che pensi ad azioni di riequilibrio». Sul fronte della didattica Tei punta a qualità e a una «indispensabile razionalizzazione dei corsi, analizzando attentamente i percorsi di studio ed eliminando la burocrazia». Tra gli obiettivi anche «forme di didattica più appetibili, come l’e-learning» e una rete di job placement più efficiente.

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Ricerca e personale Passando ai servizi per gli studenti Tei ha parlato essenzialmente della necessità di migliorare i trasporti, dalle linee dirette alle navette fino alle tariffe agevolate per i parcheggi. Quanto alle lauree magistrali, «mi preoccupa il fatto che siano pochi gli studenti da fuori che vengono a farla qui; bisogna innovare i percorsi». Sulla ricerca «la responsabilità è quella di produrre eccellenza, insegnando abilità trasversali ai giovani che devono saper progettare e collocare i prodotti della loro ricerca». Un ampio capitolo è ovviamente dedicato al personale, che è «una delle basi forti del nostro Ateneo»; dopo la conferenza stampa dei sindacati, Tei apre all’inserimento di rappresentanti del personale nel cda e a una rivisitazione, ovviamente al rialzo, del sistema di voto ponderato oltre all’anagrafe delle competenze, alle progressioni verticali e a un piano della formazione.

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Sanità Da ultimo il direttore affronta anche il tema, assai spinoso, della sanità. Oltre alla necessità di chiudere in tempi brevi il capitolo convenzione, Tei parla di «un progetto di sviluppo dell’area medica nel suo complesso. Bisogna presentarsi alle istituzioni con spalle larghe e un programma condiviso, senza lasciare spazio a dinamiche politiche che rischiano di scardinare il sistema». Il professore mette sul tavolo anche la possibilità di una «figura tecnica con un’ampia delega, da affiancare al rettore che certamente non sarà un medico visti i profili dei candidati». Così come Figorilli poi, Tei punta all’istituzione dell’Ircs, l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. Di sicuro per il professore servirà un rettore con il ruolo di «’ambasciatore’ nei Ministeri per fare gli interessi generali dell’Ateneo; oggi di ambasciatori ce ne sono, ma fanno gli interessi di piccoli gruppi».

Twitter @DanieleBovi

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