Cardinale Gualtiero Bassetti, foto Fabrizio Troccoli

Di Maurizio Troccoli
Appresa la notizia di essere positivo, ha chiesto l’allontanamento dalla Curia di tutti i suoi collaboratori. Ma uno è voluto rimanere, a tutti i costi. Sono queste le ore, se non i minuti, immediatamente successivi all’informazione portata al presidente della Conferenza episcopale italiana e Cardinale arcivescovo di Perugia, Gualtiero Bassetti. Una notizia giunta dopo qualche giorno di raffreddore e qualche ora di sintomi influenzali. Da quel momento, il capo dei vescovi italiani, ha deciso che la sua convalescenza dovesse essere vissuta in solitudine. Come un eremita. O forse come un anziano qualunque.

IL RICOVERO IN OSPEDALE
LA SUA LETTERA PRIMA DEL RICOVERO

Le ore della malattia Si da il caso, infatti, che non ha voluto attenzioni particolari per lui, neppure per le visite mediche o sul monitoraggio dei parametri vitali. Qualcuno avrebbe voluto ricordargli: Cardinale, se non lo fa per la sua persona, lo faccia per l’Istituzione che rappresenta e che necessita che chi la guida stia in salute il prima possibile. Ma il rigore ha avuto la meglio. Sarà che lo stile di Papa Francesco, Bassetti, ama viverlo in maniera radicale. Sarà che, probabilmente, il suo stile di vita, non è che in continuità con la sua storia di prete e vescovo, sul quale, insospettabilmente, si posero, forse anche per questa ragione, gli occhi del Papa argentino. Sta di fatto che, neppure la consapevolezza della vulnerabilità determinata dall’anzianità rispetto al coronavirus, l’ha fatto desistere da una sobrietà al limite. Solo pochi giorni fa, per fare un esempio, probabilmente prima ancora di essere contagiato, il Cardinale Bassetti, 78 anni, è andato in Vaticano, da solo. Così ha voluto. Alla guida della sua auto, andata e ritorno. Proprio come in tanti lo vedono arrivare, abitualmente, in piazza IV Novembre, come fosse un semplice parroco. E’ in questo stile che si è chiuso nella sua camera, in Curia, in quarantena e preghiera. Che, col passare delle ore, a leggere i suoi scritti, sembra essere diventata una profonda esperienza di meditazione. Una occasione di misticismo nella malattia. Nessun medico personale per lui. A visitarlo sono stati i sanitari dell’Usca. L’unità di continuità assistenziale dei medici di base, predisposta per l’emergenza, che fa visita in casa ai sintomatici. Come a chiunque altro e senza nessuna allerta di sorta, gli è stato fatto il tampone. Sono stati i medici dell’Usca che gli hanno riferito come non ci fosse bisogno di un immediato ricovero, ma solo di monitorare i parametri.

L’evolversi Da quel momento le suore Paoline che hanno un appartamento in Curia, sono state invitate ad allontanarsi. Proprio per volontà del Cardinale che ha preteso che tutti prendessero tutte le misure di sicurezza possibili, a partire dall’allontanamento dall’ambiente nel quale sono stati trovati positivi al Covid. Anche il Vescovo vicario, Marco Salvi, lo è. Come le suore Paoline, anche altri collaboratori sono stati invitati a uscire dalla curia. Da quel momento in poi, un solo collaboratore del Cardinale, (chi scrive sa che non gradirebbe fosse fatto il suo nome ndr) è voluto rimanere a tutti i costi al suo fianco. Non sono stati chiamati infermieri o medici. Tantomeno un’agenzia di assistenza sanitaria privata. Neppure una perpetua c’è in curia. Se di qualcosa di caldo e di fugace aveva bisogno il Cardinale avrebbe provveduto il suo amico e collaboratore. Per i pasti invece ci pensava la mensa di Montemorcino. Da qui il cibo è stato portato fino in Curia. Ore quindi di solitudine autoimposta. Fino a quando, sabato mattina, in occasione di una visita, i medici hanno ritenuto di approfondire la condizione di salute del Cardinale Bassetti, con accertamenti medici più puntuali. E’ risaputo come il Covid colpisca i polmoni e, con ogni probabilità, è stata manifestata la necessità di approfondire a che punto fosse la malattia, tenuto conto della sintomatologia. Ma il Cardinale è vigile. Ha scritto una lettera ai fedeli, ai suoi sacerdoti, ai Vescovi, alla sua Chiesa, sul senso dell’eucarestia. Sul bisogno di riceverla. Particolarmente nell’ora del dolore. Poi è stato accompagnato in ospedale. Quello della sua città. Dove sarebbe andato qualunque anziano perugino. Il suo amico collaboratore, anche in questo caso, ha chiesto di accompagnarlo. «Non vorrà mica scherzare?», gli è stato risposto: «Si riguardi».

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.