©Fabrizio Troccoli

di Iv. Por.

«Siamo chiusi in casa e mercoledì faranno il primo tampone». Una famiglia umbra di cinque persone è in attesa che venga effettuato il test su un uomo che, per motivi di lavoro, frequenta la zona tra Casalpusterlengo e Codogno e ha sintomi febbrili. «Da sabato – riferiscono a Umbria24 – abbiamo segnalato la situazione alle autorità e, prima ci hanno detto che non c’erano tamponi e dovevamo solo aspettare chiusi in casa 14 giorni. Oggi (lunedì, ndr) siamo stati contattati e ci hanno detto che verrà fatto il test».

Rinchiusi in casa «Sono rientrato in Umbria dopo uno dei viaggi per lavoro che mi ha portato nella zona del lodigiano, in particolare sono stato nell’area di servizio di Somaglia – racconta l’uomo a Umbria24 -. Ora sono in casa con un po’ di febbre e tosse». Sono in cinque le persone bloccate in attesa, in questo caso. La fidanzata del ragazzo precisa: «Il disagio è grande. Ci hanno detto che è un isolamento volontario ma le pressioni per non muoverci ci sono. Va detto che ci chiamano ogni 4-5 ore per sapere come va e se ci sono peggioramenti». Non tutte le febbri, infatti, sono assimilabili a sintomi da Coronavirus e l’anamnesi segue canoni precisi.

Chi sono i casi «sospetti» Contattate da Umbria24, fonti della Regione – pur non confermando il caso specifico – smentiscono voci sul fatto che non ci siano tamponi. Anzi sarebbero già diversi i tamponi effettuati in questi giorni che hanno dato esito negativo. E vengono ribadite le procedure adottate in queste ore che classificano i casi «sospetti» come quelli che sono entrati in contatto diretto con un contagiato riconosciuto ufficialmente o un suo parente. In caso di sospetti con sintomi, è stato stabilito che a prescindere dalla gravità avviene il ricovero nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Perugia o Terni e lì viene effettuato il tampone.

I «non sospetti» monitorati Non sono classificabili come casi «sospetti», ma vengono comunque attenzionati, i casi di chi è stato nelle zone dove sono presenti contagiati ma non ha avuto contatti diretti con essi. Per loro c’è l’isolamento ‘fiduciario’ per alcuni giorni come per gli 80 di Terni. Nel caso di chi ha sintomi, questi vengono monitorati a distanza continuamente e, se ci dovesse essere un peggioramento che indica una possibilità di contagio (ci sono precisi indicatori che permettono di distinguere tra una normale febbre e un sospetto caso di Coronavirus) vengono portati in ospedale, isolati, e viene effettuato il tampone.

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