Da sinistra Tofanelli, Massetti, Bacchetta e Gasperi

di Daniele Bovi

Bacchettate al Comune di Perugia e alla Regione e un avvertimento chiaro: «Se entro il 21 gennaio non ci saranno fatti nuovi la maggioranza dell’Auri dirà stop al conferimento dei rifiuti a Belladanza». Giovedì mattina nelle sue vesti di sindaco di Città di Castello il presidente della Provincia Luciano Bacchetta ha tenuto una conferenza stampa a Perugia, nella sede dell’ente, sul dossier immondizia che da giorni tiene banco. Il sindaco promette che non si incatenerà e che non darà vita «ad azioni eclatanti», scegliendo dunque una linea istituzionale ma molto ferma. Il 31 dicembre il consiglio direttivo dell’Autorità unica per i rifiuti e l’idrico ha detto sì – al secondo tentativo dopo la fumata nera di tre giorni prima – alla proroga fino al 21 gennaio del conferimento, nelle discariche di Belladanza e Le Crete, dei rifiuti del Perugino. Città di Castello e Orvieto hanno ribadito il loro no mentre Foligno e Spoleto hanno optato, dopo il no del 28, per un sì condizionato; un segnale di fiducia, quest’ultimo, «per motivi di carattere sociale e per non creare allarmismi».

Bacchettate Per dare l’idea della compattezza che c’è a Castello sul tema, Bacchetta ha portato con sé anche l’assessore Massimo Massetti, il presidente del consiglio comunale Vincenzo Tofanelli e il vice, in quota M5S, Marco Gasperi; in sala poi ci sono il consigliere regionale della Lega Valerio Mancini, il segretario Virginio Caparvi e il senatore Pillon. «Mi rivolgo ai cittadini dell’intero territorio provinciale – ha detto il sindaco – dato che viene portato avanti un tentativo di mistificazione fuori luogo: noi non siamo campanilisti ma neanche vassalli». Nel mirino in primis c’è il vicesindaco di Perugia Urbano Barelli e in particolare le sue dichiarazioni apparse sulla stampa giovedì; Barelli ha parlato di Belladanza come di un impianto «di valenza regionale», di un presidente della Provincia che «dovrebbe avere una visione più ampia» e di un atteggiamento «poco corretto». Bacchetta ha ricordato che Belladanza è un impianto rinnovato da poco con un investimento da 15 milioni, dei quali tre della Regione e i restanti a carico della partecipata Sogepu, «cioè dei cittadini. Noi dunque abbiamo trovato e utilizzato risorse per rinnovare gli impianti: perché gli altri no?».

Macché campanilisti «Ricordo a Barelli – che l’impianto è di proprietà di Città di Castello; è singolare che il noto ambientalista intervenga sostenendo che è regionale, ma questa è vicenda marginale». Il sindaco spiega da ottobre a gennaio Belladanza ha accolto 10 mila tonnellate di rifiuti della provincia: «A questo ritmo rischiamo di chiudere in 4 mesi: è giusto? Non intendo dare colpe, ma non possiamo essere immolati sull’altare della mancata programmazione. Riceviamo i rifiuti di altri da due mesi e mezzo: farci passare per isolazionisti e campanilisti è davvero offensivo». Il vero problema per Bacchetta è che «non si continua ad affrontare un’emergenza datata, che non può essere risolta con delibere con cui si approvano proroghe di mese in mese, scaricando su piccolo impianto i problemi della comunità provinciale. Rispetto e amo Perugia e i suoi cittadini, ma la comunità perugina non può avere la percezione che i suoi problemi siano responsabilità di Città di Castello. Belladanza non è programmato sulle esigenze di Barelli». Insomma, il messaggio è chiaro: noi la nostra parte l’abbiamo fatta, altri no.

Regione acceleri Bacchetta è duro: «Se andiamo avanti così, salta tutto, perciò serve un intervento sugli impianti chiusi e serve programmazione. Non possiamo scontare errori, ritardi e sottovalutazioni altrui». Sul banco degli imputati c’è anche la Regione: «L’assessore Cecchini? Non l’ho sentita in questi giorni». Il sindaco-presidente chiede dunque a Palazzo Donini di accelerare e di trovare il modo di risolvere i problemi. E a proposito del mancato rinnovo dell’accordo con le Marche, che ha permesso per alcuni mesi di esportare fuori regione parte dei rifiuti, Bacchetta ha risposto così: «Non c’è più bisogno? Vengano a Castello a vedere». «La mia presenza e quella del vice presidente del Consiglio comunale – ha sottolineato Tofanelli – vuole rappresentare la coesione che il Comune ha assunto rispetto a questa vicenda e che il primo cittadino ha tratteggiato. Il 7 gennaio la questione sarà di nuovo in discussione in Consiglio. Ribadisco la necessità di trovare una soluzione condivisa che non penalizzi la città e Belladanza»

Date e numeri Il percorso prospettato nella delibera prevede, per quanto riguarda la riapertura dell’impianto di Borgogiglione gestito da Tsa, la presentazione entro l’11 gennaio del progetto preliminare per la realizzazione della famosa «palificata» ed entro il 28 febbraio del definitivo. Tsa punta a riaprire le porte entro il 21 gennaio, data ultima indicata nella delibera Auri, e il 9 ci sarà sul dossier impianti un importante tavolo tecnico con l’Autorità e le aziende coinvolte, oltre a una nuova riunione del direttivo. Massetti ha poi ricordato che nella perizia chiesta al professor Manassero si diceva che si potevano portare subito 47.500 tonnellate a Borgogiglione, ma che poi non se ne è fatto nulla dato che serve l’ok della Regione. E dire che teoricamente, se il meccanismo funzionasse, non ci sarebbero problemi relativi alla capienza delle discariche: come ha ricordato Massetti, a fine 2017 un’analisi di Auri parlava di una capacità residua di 300 mila tonnellate per Belladanza, 270 mila per Borgogiglione e 265 mila per Le Crete, con la possibilità di un ampliamento per altre 370 mila. Quanto basta, dato che in discarica vanno solo gli scarti di una differenziata in costante aumento, per un periodo di tempo lungo.

Twitter @DanieleBovi

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